Sul
finire della seconda guerra mondiale quattro persone si rifugiano in una casa
sulle colline toscane: un misterioso “paziente inglese”, dotato di vasta
cultura e di fervido eloquio ma con corpo e viso completamente sfigurati da
terribili ustioni. La giovane infermiera canadese Hana che si occupa dell’uomo,
che ha costante bisogno di assistenza. Una spia italocanadese di nome
Caravaggio e un artificiere indiano di etnia sikh innamorato di Hana. Durante
la permanenza il “paziente inglese”, che in realtà è un conte ungherese di nome
László Almásy, racconterà alla devota Hana la storia della sua grande passione
amorosa per Katharine (una donna sposata con un Lord britannico da lui conosciuta
in Egitto prima della guerra) e dei tragici eventi provocati dalla loro focosa
relazione clandestina. I racconti del conte Almásy, carichi di struggente
malinconia e di sincero ardore, risveglieranno nella donna sentimenti e dolori
mai sopiti. Dal romanzo omonimo del canadese Michael Ondaatje, Minghella ha
tratto uno smisurato melodramma storico che attraversa i generi e pesca a piene
mani da tanto grande cinema d’autore americano ed europeo. Tra Bertolucci e
Lean, passando per Douglas Sirk, veniamo immersi in un grande spettacolo epico
che mescola sentimento e avventura, erotismo e storia, spionaggio e guerra,
fascinazioni esotiche e colte citazioni artistiche. La ricchezza delle
ambientazioni (dal deserto del Sahara al Cairo, fino alle dolci colline toscane),
la disarmante bellezza figurativa, la magia delle riprese aeree, l’intensità
delle interpretazioni e la sensualità conturbante delle scene amorose riescono a bilanciarne il
passo lungo, l’enfasi stucchevole, i momenti strappalacrime e il gigantismo
barocco. Sontuoso il cast con Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Willem Dafoe,
Kristin Scott Thomas e Colin Firth. Fece incetta di premi agli Oscar 1997,
portando a casa ben nove statuette: miglior film, regia, Juliette Binoche
attrice non protagonista, fotografia, scenografie, costumi, montaggio, sonoro e
la suggestiva colonna sonora di Gabriel Yared. Imperdibile per gli amanti
imperituri dei grandi kolossal romantici d’altri tempi.
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