Due coppie si incontrano su una nave da crociera diretta in India: Nigel e Fiona, lui represso, ipocrita conformista e lei apparentemente dalla sua stessa parte, Oscar e Mimì, lui americano, scrittore fallito, sgradevole e depravato, costretto su una sedia a rotelle, lei francese, sensuale, conturbante, con una carica erotica in grado di far "sparire" ogni altra donna. Nigel è evidentemente attratto da Mimì e Oscar lo incoraggia, a patto che lui accetti di ascoltare il racconto dettagliato della loro sordida storia, come in una seduta di psicoanalisi. Saranno tutti travolti da un turbine di perverso erotismo. E', probabilmente, il film più nero del grande regista polacco, da
sempre ossessionato da temi come il lato oscuro della sessualità o il
rapporto tra sesso e potere. Al di là dell'aspetto erotico,
indubbiamente forte e con picchi di morbosità, è un film
sull'ossessione, sulla disperazione interiore e sul senso di possesso:
alla maniera dell'ultimo Pasolini, il sesso diviene un simbolo di potere
ed il corpo il suo dolente "territorio" di insano dominio. Il sadico
protagonista (Coyote) e la sua conturbante musa (Seigner, moglie del
regista) ci accompagnano in un vortice di sadismo e di disperata perversione, in un
"cupio dissolvi" che non può che condurre all'inevitabile finale che,
nonostante tutto, riserverà anche qualche "sorpresa". Tra
diverse scene di pregevole fattura ed alcuni sapienti tocchi di regia, è un film
con troppo livore, la cui carica morbosa finisce per debordare in un
triste spettacolo "a tesi", ma vanta diversi estimatori a causa del suo indubbio fascino oscuro. Suggestiva colonna sonora di Vangelis.
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