Nell’estate
del 1964 tre giovani attivisti per i diritti civili degli afroamericani (due
ebrei bianchi e un nero) vengono brutalmente assassinati in una piccola
cittadina nello stato del Mississippi. La direzione FBI invia sul posto due
agenti profondamente diversi tra loro: Rupert Anderson, un rude ex sceriffo del
sud che conosce fin troppo bene la difficile realtà sociale in cui si
troveranno ad operare, e Alan Ward, un idealista ligio al dovere e ai
regolamenti. In breve i due colleghi, che si troveranno spesso in attrito,
scopriranno di avere a che fare con una squallida storia di odio razziale,
profondamente radicato in un territorio brutale e reazionario dove le
connivenze tra polizia locale, cittadini e Ku Klux Klan sono all’ordine del
giorno. In un crescendo di ostilità ambientale verso la gente di colore, i due
agenti avranno un gran filo da torcere per cercare di ottenere giustizia su un
delitto coperto dall’omertà e in cui tutti sembrano coinvolti. Torbido dramma
xenofobo ispirato ad un reale fatto di cronaca avvenuto nella contea di Neshoba
(Mississippi) il 21 giugno 1964 e diretto con mano pesante da Alan Parker che
non fa sconti per denunciare il degrado morale, la bieca ignoranza, la
nostalgia retrograda e l’arretratezza culturale di molti strati sociali del
profondo sud americano, creando così le condizioni ideali per l’attecchimento
del razzismo. Peccato che la legittimità dell’accusa venga in parte offuscata
dalla spettacolarizzazione tragica e da un populismo manicheo che pone i
“buoni” tutti da una parte e i “cattivi” dell’altra. Un approccio più sfumato,
più sottilmente ambiguo e meno grossolano avrebbe sicuramente giovato alla
causa del film. Non basta mostrare un uomo di colore che muore impiccato,
mentre la sua casa brucia dietro di lui, per convincere il pubblico che il
razzismo è abominevole. Bisogna invece andare più a fondo, cercare quelle
“radici dell’odio” a cui allude il titolo italiano, metterle impietosamente a
nudo per capire che l’odio razziale non è soltanto crudele, ma anche sinonimo
di ignoranza, di insensibilità, di cinismo, di cattiveria intrinseca e di un
punto di vista molto povero e limitato. Buona la descrizione storico ambientale
e la prova del ricco cast, che annovera Gene Hackman, Willem Dafoe, Frances
McDormand, Brad Dourif, R. Lee Ermey e Michael Rooker. Il film vinse un Oscar
alla fotografia di Peter Biziou.
Voto:

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