Ad Amsterdam un subacqueo assassino che si aggira sul fondo dei canali ed emerge per uccidere i malcapitati di turno in modo efferato, semina il terrore tra gli abitanti e mette in imbarazzo le autorità competenti che non riescono a fermarlo. Un tenace poliziotto ed un'avvenente bionda appassionata di immersioni si mettono sulle sue tracce nel tentativo di svelarne l'identità. Ma non sarà facile. Il terzo lungometraggio dell'olandese Dick Maas, divenuto celebre negli anni '80 presso gli appassionati di horror grazie al piccolo cult L'ascensore, è un thriller acquatico suggestivo nelle ambientazioni, visivamente affascinante ed esteticamente ricercato. Debitore in parecchie sequenze dei gialli italiani alla Dario Argento degli anni '70, nonché del celeberrimo Lo squalo di Steven Spielberg più volte omaggiato, è un inquietante poliziesco d'azione che stinge nell'horror, poco credibile nell'assunto e nello sviluppo narrativo, qua e là ingenuo nelle situazioni, a volte imbarazzante nel tentativo di stemperare la tensione con siparietti comici, ma si fa apprezzare per la pregevole confezione formale, per l'audacia tecnica di numerose riprese che ci regalano la splendida visione di una Amsterdam "da cartolina" e per due sequenze memorabili che valgono, da sole, il prezzo del biglietto: l'angosciante prologo notturno che ci mostra la vita "peccaminosa" dei famosi quartieri proibiti della capitale olandese dal punto di vista acquatico del sub killer e lo spericolato inseguimento in motoscafo lungo i canali degno della saga di James Bond. Consigliabile ai cultori dei thriller anni '80, è poco conosciuto nel nostro paese, pur essendo la pellicola più riuscita dell'autore, già solo per la particolarità di concezione e realizzazione. Il protagonista è il solito fedelissimo Huub Stapel, attore "feticcio" del regista.
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