martedì 22 luglio 2014

La conversazione (The Conversation, 1974) di Francis Ford Coppola

Negli anni '70 Francis Ford Coppola ha dato vita ad un ciclo straordinario ed irripetibile con quattro capolavori, quattro film memorabili che hanno segnato la Storia del Cinema in modo definitivo. Tra questi La conversazione è sicuramente il meno famoso, opera di nicchia che contrappone al gigantismo "barocco" delle altre tre un incisivo minimalismo che insinua nello spettatore uno strisciante senso d'angoscia per la tematica trattata: la paura di essere spiati. Sull'onda emotiva dello scandalo Watergate che aveva scosso l'America dalle fondamenta, vagamente ispirato al Blow-Up di Antonioni ed a Il lupo della steppa di Hesse, il film parla del misterioso ed impalpabile mondo delle intercettazioni audiofoniche. Il protagonista, Harry Caul (un formidabile Gene Hackman), è un esperto del settore: uomo solitario, introverso, misantropo e maniacale, che vive unicamente per il suo lavoro e che si concede, come unica evasione, il sassofono. Un giorno registra, su commissione, una conversazione tra un uomo e una donna in una piazza affollata ma, ascoltandone il contenuto, le sue presunte certezze e la sua stessa vita saranno messe in crisi. Thriller claustrofobico, potente e bellissimo, che gioca abilmente con il voyeurismo dello spettatore, da sempre connesso al mezzo cinematografico, e, in contraltare, con la paura atavica che qualcuno possa spiare le nostre vite, nascosto nell'ombra. E così le manie ossessive di Harry diventano le nostre, e questo film "sussurrato" riesce ad avere l'impatto di una deflagrazione. E' un'opera grigia, scomoda, tecnicamente superba, scritta egregiamente e con un cast formidabile che annovera Gene Hackman, John Cazale, Robert Duvall ed Harrison Ford. Anche in questo caso il grande Maestro italo-americano consegna alla Storia del Cinema alcune sequenze leggendarie, sia per perizia tecnica che per visionarietà: come quella dell'intercettazione nella piazza aperta (stupefacente per i movimenti di macchina e per il montaggio espressionista) o quella, celebre ed orrorifica, nel bagno dell'albergo fino al grottesco finale con Harry, seduto sul pavimento, che suona il sax nel suo appartamento smantellato a pezzi, mentre la camera lo riprende beffardamente dall'alto, come se fosse una telecamera di sorveglianza. Premiato a Cannes con la Palma d'Oro e candidato a 3 premi Oscar, è uno dei film più importanti e rappresentativi degli anni '70.

Voto:
voto: 4,5/5

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