Negli anni '70 Francis Ford Coppola ha dato vita ad un ciclo
straordinario ed irripetibile con quattro capolavori, quattro film
memorabili che hanno segnato la Storia del Cinema in modo definitivo.
Tra questi La conversazione è sicuramente il meno famoso, opera
di nicchia che contrappone al gigantismo "barocco" delle altre tre un
incisivo minimalismo che insinua nello spettatore uno strisciante senso
d'angoscia per la tematica trattata: la paura di essere spiati.
Sull'onda emotiva dello scandalo Watergate che aveva scosso l'America
dalle fondamenta, vagamente ispirato al Blow-Up di Antonioni ed a Il lupo della steppa
di Hesse, il film parla del misterioso ed impalpabile mondo delle
intercettazioni audiofoniche. Il protagonista, Harry Caul (un
formidabile Gene Hackman), è un esperto del settore: uomo solitario,
introverso, misantropo e maniacale, che vive unicamente per il suo
lavoro e che si concede, come unica evasione, il sassofono. Un giorno
registra, su commissione, una conversazione tra un uomo e una donna in
una piazza affollata ma, ascoltandone il contenuto, le sue presunte
certezze e la sua stessa vita saranno messe in crisi. Thriller
claustrofobico, potente e bellissimo, che gioca abilmente con il
voyeurismo dello spettatore, da sempre connesso al mezzo
cinematografico, e, in contraltare, con la paura atavica che qualcuno
possa spiare le nostre vite, nascosto nell'ombra. E così le manie
ossessive di Harry diventano le nostre, e questo film "sussurrato"
riesce ad avere l'impatto di una deflagrazione. E' un'opera grigia,
scomoda, tecnicamente superba, scritta egregiamente e con un cast
formidabile che annovera Gene Hackman, John Cazale, Robert Duvall ed
Harrison Ford. Anche in questo caso il grande Maestro italo-americano
consegna alla Storia del Cinema alcune sequenze leggendarie, sia per
perizia tecnica che per visionarietà: come quella dell'intercettazione
nella piazza aperta (stupefacente per i movimenti di macchina e per il
montaggio espressionista) o quella, celebre ed orrorifica, nel bagno
dell'albergo fino al grottesco finale con Harry, seduto sul pavimento,
che suona il sax nel suo appartamento smantellato a pezzi, mentre la
camera lo riprende beffardamente dall'alto, come se fosse una telecamera
di sorveglianza. Premiato a Cannes con la Palma d'Oro e candidato a 3
premi Oscar, è uno dei film più importanti e rappresentativi degli anni
'70.
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