Mason è un bambino di 8 anni della middle class americana, figlio di genitori separati, con una sorella (Samantha) di qualche anno più grande, una madre (Olivia) volitiva e premurosa ed un padre (Mason senior) amorevole ma poco adatto alle responsabilità che una famiglia comporta. La sua vita scorre sul grande schermo, condensando 12 anni nelle quasi 3 ore di durata della pellicola, attraverso le tappe cruciali che lo porteranno alla maggiore età: il rapporto intenso ma discontinuo con il padre, una madre tanto determinata nell'educazione dei figli e nel lavoro, quanto incapace di scegliere un compagno stabile, i continui traslochi, le famiglie "allargate", i primi amori, la passione per la fotografia, il college. Richard Linklater dà luogo, con quest'opera sincera e profondamente personale, ad un singolare esperimento cinematografico, tanto ardito quanto originale: filmare una vita (quella di Mason), e quindi la Vita, nell'arco di 12 anni reali, radunando il cast in modo periodico per vedere i ragazzi crescere realmente, e gli adulti invecchiare, sullo schermo. E dopo 12 anni di riprese, ovviamente non continuative, nasce questo Boyhood che è un potente affresco sull'America di oggi, sulla problematica crescita dei figli nella società capitalistica, che abbonda di beni materiali ma che ha smarrito le coordinate morali, gli ideali forti che facevano da collante collettivo, generando un caos inter-generazionale dovuto alla confusione dei ruoli. La sovrapposizione tra tempo reale e tempo filmico, egregiamente resa dalla sempre sorprendente trasformazione fisica di un bambino nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza fino alla maggiore età, dona al film un incredibile senso di realismo, egregiamente supportato dall'ottima performance di tutto il cast: Ellar Coltrane, Patricia Arquette, Ethan Hawke. Il regista texano, che da sempre ama "giocare" con il tempo, ci regala così la sua opera più matura, più asciutta, più autobiografica ed uno dei migliori film del 2014. Più che un racconto di formazione o un diario sentimentale è un documento intimo, accorato ed anti spettacolare, che ci immerge nella vita attraverso il quotidiano, senza enfasi particolari ma con rigorosa sincerità. Senza scene madri o eventi straordinari, l'età dell'innocenza di Mason scorre e passa, trasformandosi, davanti ai nostri occhi per dar vita all'uomo di domani, in cerca del suo cammino e del suo posto nel mondo. L'eternità è fatta di attimi, sembra volerci dire il regista, e l'analisi, ora gioiosa ora avvilita, di questo microcosmo familiare si eleva a raffigurazione metaforica di un'intera società, perchè i temi toccati ed i problemi affrontati sono universali. Acuto, toccante e comunicativo come solo la vita vera sa esserlo, questo film di Linklater è l'ennesima conferma di come, oggi, il meglio della produzione cinematografica americana arrivi dal circuito indipendente. E' stato premiato al Festival di Berlino con l'Orso d'Argento alla regia.
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