Gli orrori sanguinosi del golpe cileno di Pinochet del settembre 1973, raccontati dal punto di vista di un padre, Ed Horman (Lemmon), che cerca suo figlio, giovane scrittore americano trasferitosi a Santiago e scomparso dopo essere stato prelevato dai militari golpisti. Aiutato nella disperata ricerca dalla nuora Beth (Spacek), il tenace Horman scoprirà una terribile realtà fatta di stragi, torture, soprusi, connivenze da cui non sono esenti alcuni membri della CIA che hanno appoggiato la presa del potere di Pinochet. Intenso dramma storico, basato su una storia vera e narrato con stile teso e rigoroso, quasi documentaristico nei momenti "shock", dal greco Costa Gavras che però non rinuncia al "romanzo" di alta tenuta drammatica nelle lunghe sequenze della ricerca, in cui il padre scoprirà aspetti ignoti della personalità del figlio attraverso i racconti della giovane e devota moglie. E tra il sapore acre della tragedia storica e quello spregevole della corruzione politica, c'è anche spazio per il grande cinema, che arriva, meraviglioso, poetico ed inatteso, nella visionaria sequenza del cavallo bianco, metafora di un paese affranto, che appare improvviso in una strada del centro per poi scomparire, inghiottito dalla notte cilena e dal rumore degli spari. La struggente colonna sonora di Vangelis è un altro valore aggiunto che contribuisce a rendere il film un'esperienza emotivamente intensa, indimenticabile.
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