domenica 18 giugno 2017

Christiane F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino (Christiane F. - Wir Kinder vom Bahnhof Zoo, 1981) di Uli Edel

Nella Berlino degli anni '70 la tredicenne Christiane vive in uno squallido quartiere ghetto con una difficile situazione familiare a causa del padre che ha abbandonato la famiglia e la madre che frequenta un altro uomo. La giovane trascorre le serate alla discoteca Sound dove, per mezzo di amicizie sbagliate, inizia a provare le droghe, partendo dagli acidi per poi finire all'eroina. Il progressivo abbrutimento di Christiane tocca il punto più basso quando questa, imitando altri ragazzi e ragazze del suo gruppo di sbandati, inizia a prostituirsi nella zona della stazione vicino alla zoo per procurarsi i soldi necessari alla dose quotidiana. Quando i suoi amici iniziano a morire di overdose la ragazza, disperata, decide di farla finita con la vita. Scioccante dramma biografico tratto dal libro omonimo, che fu un best seller europeo,  scritto dai giornalisti K. Hermann e H. Rieck che rielaborarono un'intervista da loro stessi effettuata alla vera Christiane F. (che è ancora oggi vivente). Il film è una testimonianza e un documento forte e angosciante del problema della droga e della prostituzione giovanile negli anni '70, di cui si fa carico con un realismo crudo e intenso che sconvolse il pubblico e costò all'opera accuse di morbosità compiaciuta o, addirittura, di esaltazione estetizzante della tossicodipendenza. Questa è una questione complessa e inevitabilmente connessa con tutte le pellicole (specie se di successo) che affrontano argomenti socialmente scottanti come la criminalità, la droga o la prostituzione, una questione che riguarda il labile confine tra la condanna civile e la glorificazione romanzata (con relativo rischio di emulazione da parte dei più facilmente influenzabili). La mia posizione personale è che sia sempre meglio parlare e mostrare certi fenomeni aberranti piuttosto che ignorarli e nascondere la testa sotto la sabbia, perchè, nel secondo caso, il rischio è assai maggiore. Al di là di queste considerazioni generali il film di Uli Edel è un reperto di cronaca doloroso, importante e purtroppo ancora oggi attuale, che ha il suo limite maggiore in una certa freddezza stilistica che poi vira nel moralismo pedagogico. Fece molto discutere alla sua uscita e questo ne aumentò il successo commerciale, scatenando l'inevitabile curiosità di massa. Nel cast, fatto quasi interamente da attori non professionisti presi dalla strada, si segnala la protagonista, l'attrice Natja Brunckhorst al suo esordio, oltre che la presenza della star musicale David Bowie nel ruolo di sè stesso. Chi ha visto il film o ha letto il libro sa perfettamente che Christiane iniziò a provare l'eroina mentre assisteva ad un concerto di Bowie.

Voto:
voto: 3/5

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