domenica 18 giugno 2017

Presunto innocente (Presumed Innocent, 1990) di Alan J. Pakula

Rusty Sabich, vice procuratore capo, riceve l'incarico di indagare sull'efferato omicidio di Carolyn Polhemus, una sua collega bella, sexy e sessualmente disinvolta. Quello che nessuno sa è che lo stesso Sabich è stato, fino a poco tempo prima, l'amante della Polhemus, in una torrida relazione extra coniugale che per lui era diventata un'autentica ossessione. Quando la cosa salta fuori l'uomo diventa il principale sospettato anche perchè sulla scena del delitto viene ritrovato un bicchiere con le sue impronte digitali. Passato dall'altro lato della barricata (da accusatore ad accusato) Sabich si rivolge al miglior avvocato sulla piazza per organizzare la sua difesa. Da un romanzo di grande successo di Scott Turow, Pakula ha tratto un adattamento sciapo e incolore, in cui il torbido clima di suspense erotico morbosa della prima parte si perde del tutto nei meandri di una storia macchinosa e non esattamente imprevedibile, nonostante le ambizioni di mettere in atto un colpo di scena finale. Tecnicamente è un giallo classico di tipo whodunit travestito da legal thriller all'americana che gioca costantemente, attraverso un ripetuto utilizzo dei flashback, sul tema delle apparenze che spesso ingannano. Tutta la parte centrale del processo è canonica e prolissa, e l'estrema eleganza formale delle ambientazioni (in cui si vede la mano esperta del regista) non riesce a riscattare una pellicola che pare sempre in procinto di decollare. Nel cast tra Harrison Ford, Brian Dennehy, Raúl Juliá, Bonnie Bedelia e Paul Winfield, svetta la nostra Greta Scacchi, un'autentica bomba di sensualità che rende credibile l'attrazione del protagonista nei suoi confronti.

Voto:
voto: 2,5/5

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