domenica 18 giugno 2017

L'Impero colpisce ancora (Star Wars: The Empire Strikes Back, 1980) di Irvin Kershner

Dopo tre anni e un clamoroso successo mondiale senza precedenti, e al di là di ogni aspettativa, non poteva tardare il secondo episodio di quella che poi sarebbe divenuta la saga più famosa, amata e acclamata della storia del cinema. Si riparte più o meno da dove ci eravamo lasciati con il primo folgorante Star Wars, pronti a tornare nella "galassia lontana lontana" con il cast confermato al completo e qualche nuovo personaggio da aggiungere alla mitologia dell'universo creato da George Lucas. Dopo aver distrutto la Morte Nera, Luke e i suoi amici ribelli si rifugiano su un pianeta di ghiaccio ma, braccati dalle forze imperiali, sono costretti ad una continua fuga. Per proseguire la sua istruzione da Jedi, Luke Skywalker si reca su un sistema remoto per incontrare il vecchio maestro Yoda, il più saggio e il più potente dei cavalieri Jedi, che ha istruito Obi Wan Kenobi e molti altri prima di lui. Dall'insegnamento di Yoda, che ha l'aspetto di un buffo gnomo ma possiede la totale padronanza della Forza, Luke impara a conoscere i suoi limiti, le sue paure e che il confine con il lato oscuro è molto facile da attraversare. Intanto Han Solo e Leila, tra cui è sbocciato l'amore, cadono in una trappola tesa dal malvagio Dart Fener, che fa ibernare il primo per consegnarlo ad un cacciatore di taglie che ne reclama il possesso. Luke arriva appena in tempo per salvare la principessa ma dovrà ingaggiare un terribile duello con il signore del Male, Fener, durante il quale scoprirà una terribile verità. In questo secondo capitolo (che poi sarà ribattezzato come quinto con l'avvento della trilogia prequel degli anni 2000) Lucas rinuncia alla regia per affidarla a Irvin Kershner, che realizza un film meno frenetico del precedente, più dark, più spettacolare e con più effetti speciali, più misticheggiante nell'elaborazione della teoria pseudo religiosa della Forza e del suo lato oscuro, con qualche calo di troppo nella parte centrale e qualche lungaggine evitabile, ma pronto a riprendersi in un finale il cui colpo di scena (invero non esattamente imprevedibile) ha fatto epoca. Concepito più in grande ma meno compatto e meno agile del primo episodio, è una grande fiera di effetti visivi e meraviglie tecnologiche, una favola per grandi e piccini che diverte e intrattiene con leggerezza. Per l'elemento svelato nel finale è il punto cruciale dell'intera saga, quello che rende tutto diverso e cambia completamente la prospettiva della storia, forse per questo la maggioranza dei fans lo ha sempre ritenuto l'episodio migliore. E' sicuramente superiore a tutto quanto verrà dopo (riferendoci ovviamente alla pessima trilogia prequel e alla nuova trilogia sequel), ma resta complessivamente meno solido, meno energico e meno entusiasmante del film del '77. Al botteghino andò assai peggio dell'episodio precedente, probabilmente per il tono più oscuro e la totale mancanza di ironia, cosa che non fu gradita dagli spettatori più giovani e anche i giudizi della critica furono generalmente tiepidi. E' stato soprattutto grazie all'avvento del home video che la pellicola ha consolidato la sua fama, il suo fascino ed il suo impatto culturale nel cuore del pubblico. Fu premiato con due Oscar: al sonoro e agli effetti speciali.

La frase: "Obi Wan non ti ha mai detto cosa accadde a tuo padre?"

Voto:
voto: 3,5/5

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