domenica 18 giugno 2017

Rambo (First Blood, 1982) di Ted Kotcheff

John Rambo, reduce dal Vietnam solitario e introverso, profondamente segnato nell'animo dagli orrori a cui ha assistito in guerra, arriva in una piccola cittadina nello stato di Washington con l'intento di mangiare qualcosa e poi ripartire. Ma s'imbatte in uno sceriffo arrogante e bastardo che lo provoca, lo maltratta e lo arresta di fronte alla sua riluttanza a collaborare. Ma lo sceriffo non sa che Rambo è un eroe pluridecorato, appartenente ad una unità militare di élite i cui membri sono autentiche macchine da guerra. In breve il reduce reagisce, scappa e scatena una propria guerra personale contro la polizia locale e la guardia nazionale costretta a dar man forte. Il suo ex comandante in Vietnam, colonnello Samuel Trautman, interviene per cercare di risolvere pacificamente la situazione ma Rambo è davvero arrabbiato e non sarà facile fermarlo. Dal romanzo "Primo sangue" di David Morrell, Ted Kotcheff ha tratto un robusto film d'azione muscolare con chiari intenti di critica sociale in merito al destino dei reduci della "sporca guerra", abbandonati ed emarginati sia dallo Stato Maggiore che dalla collettività. Un film che esalta la fisicità esplosiva e inquieta del suo protagonista, Sylvester Stallone (che ha collaborato anche alla sceneggiatura), in fertile contrasto con il suo sguardo malinconico, segno di un inferno personale impossibile da cancellare. E' un'opera evidentemente figlia della sua epoca e di quel machismo imperante di matrice reganiana che voleva imporre l'immagine di un'America forte e capace di mostrare i muscoli per intimorire gli avversari. Ma c'è anche altro in questo action movie duro e teso grazie all'eccellente lavoro di definizione psicologica fatto sul personaggio di Rambo, il cui contrasto tra la forza fisica e la vulnerabilità interiore lo rende profondamente umano, interessante, addirittura commovente nel finale all'insegna di un ruffiano sentimentalismo populista. Il film ebbe uno straordinario successo di pubblico e critica internazionale, fu tra i maggiori incassi del 1982 e fece nascere una nuova icona cinematografica da associare a Sylvester Stallone (che anche qui non manca di sottolineare con fierezza la sua origine italiana). Al di là di tante discussioni da salotto di critici elitari (in Italia nacque addirittura la discussione se Rambo fosse più di sinistra o più di destra) è evidente che l'attore newyorchese seppe sintonizzarsi con acuta intelligenza con i gusti del pubblico del suo tempo, dando loro esattamente quello che volevano: un eroe forte ma tormentato che combatte fisicamente in prima persona contro un sistema che vorrebbe negargli i suoi diritti. Molto grossolano ma anche molto efficace, in perfetta adesione con la politica estera americana di quegli anni. Peccato che poi la saga del personaggio di Rambo abbia cavalcato solo l'onda lunga del successo economico, perdendo tutti gli accenni di profondità psicologica del primo episodio e trasformando il personaggio in un rozzo super eroe indistruttibile più vicino al fumetto che al cinema.

La frase: "Io non sono qui per salvare Rambo da voi, ma per salvare voi da lui!"

Voto:
voto: 3/5

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