venerdì 16 giugno 2017

Sideways - In viaggio con Jack (Sideways, 2004) di Alexander Payne

Miles e Jack sono amici da una vita, quarantenni con poca voglia di crescere e ancora in cerca di realizzazione. Miles è un aspirante scrittore grande esperto di vini, Jack è un attore in erba, sottaniere incallito, che sta per sposarsi tra tanti timori. Prima del fatidico evento i due decidono di fare un viaggio insieme attraverso le valli di vigneti della California tra Santa Rosa e Santa Barbara. Miles intende assaggiare quanti più vini pregiati possibile, mentre Jack è in cerca di avventure galanti da una notte e via. L’accordo tra i due è di non dire nulla dell’imminente matrimonio di Jack alle donne che conosceranno durante il viaggio. Frizzante commedia di Alexander Payne, ora briosa ora malinconica, che procede lateralmente (come da titolo originale) evitando il frastuono e l’esuberanza, ma arrivando in punta di piedi, a fari spenti. E’ un film delicato, a tratti profondo, altre volte svagato, di arguta lievezza, dal gusto morbido da assaporare lentamente, a piccoli sorsi, proprio come un buon vino. Tra le pieghe del suo invito a godersi la vita istante per istante c’è anche un retrogusto di evidente amarezza: la consapevolezza del tempo che passa, della gioventù che si allontana e di un bilancio esistenziale perennemente in perdita rispetto alle ambizioni iniziali. Girato a basso costo e senza troppe aspettative, questo piccolo film indipendente anti-hollywoodiano ha avuto un clamoroso (ed inatteso) successo di critica, osannato praticamente ovunque, vincendo anche premi importanti come l’Oscar alla sceneggiatura (ad Alexander Payne e Jim Taylor) e il Golden Globe alla migliore commedia. Il ritmo del film è modulato interamente sul vivace rapporto tra i due amici profondamente diversi ma in un certo senso complementari, Miles sornione intellettuale e Jack istintivo muscolare, la cui solida amicizia è il collante per tenere insieme la gamma di situazioni che si generano nel loro peregrinare tra i vigneti, tra ironia e profondità, divertimento e riflessione. Da applausi il cast principale, con Paul Giamatti, Thomas Haden Church, Virginia Madsen e Sandra Oh, tutti bravissimi. Giamatti, una delle icone del cinema di qualità americano, conferma il suo talento raffinato, ma la vera sorpresa fu Haden Church in cui il contrasto tra la fisicità imponente e la sottile vena comica è addirittura esilarante. La Madsen (candidata all’Oscar come non protagonista insieme ad Haden Church) è il consueto mix intrigante di classe e sensualità.

Voto:
voto: 4/5

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