Nell'America della Grande Depressione, all'inizio degli anni '40, Stan Carlisle, ambizioso nullatenente in fuga da un passato funesto, si unisce alla compagnia di un Luna Park viaggiante, entrando presto nelle grazie del truce proprietario Clem e della chiaroveggente Zeena, dal cui marito alcolizzato, Pete, il nostro impara tutti i trucchi del mestiere. Nel giro di qualche anno Stan decide di mettersi in proprio e parte insieme alla giovane Molly alla conquista della grande città, dove diventa un abile mentalista che incanta il suo pubblico di ricchi altolocati con numeri di pseudo occultismo e di fantomatica divinazione, approfittandosi del dolore o della dabbenaggine altrui attraverso inganni e arte di manipolazione. L'incontro con l'affascinante Lilith Ritter, donna fatale in intimo contatto con l'alta società grazie alla sua professione di psicologa, introduce Stan in un giro sempre più grosso e pericoloso, solleticando irresistibilmente la sua ambizione senza scrupoli. L'opus numero 11 del messicano Guillermo del Toro (da lui anche sceneggiato insieme a Kim Morgan) è uno splendido noir dalla confezione lussureggiante, l'ambientazione rétro, l'anima oscura, le atmosfere torbide, la malia inquietante e la misura compatta di grande ritratto socio-metaforico sul lato perverso del Sogno Americano e sulla crudeltà della natura umana. Adattando il romanzo omonimo di William Lindsay Gresham, già portato sul grande schermo nel 1947 da Edmund Goulding nel film La fiera delle illusioni (Nightmare Alley) con Tyrone Power protagonista, del Toro realizza, simultaneamente, un fedele omaggio al cinema nero del periodo classico, un affresco psicologico sul male che alberga nell'animo umano ed un apologo sinistro sulla cupidigia rapace, sull'arrivismo tossico e sull'utilizzo corrotto delle doti di affabulazione attraverso cui uomini disposti a tutti si approfittano dei più deboli. In quest'opera corale che si avvale di un cast straordinario (Bradley Cooper, Cate Blanchett, Rooney Mara, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Ron Perlman, Mary Steenburgen, David Strathairn) quasi tutti i personaggi sono spregevoli, ambigui o quanto meno discutibili, con la sola eccezione della radiosa Molly, a cui la brava Rooney Mara conferisce il giusto tono di fragilità, sensibilità e sensualità. L'autore dà fondo, nella prima parte ambientata nel circo, al suo immaginario barocco dark affollato di elementi orridi, invenzioni fantastiche, creature turpi, scenari visionari, ambienti sordidi, freaks e suggestioni macabre, utilizzando in maniera allegorica la figura del geek (l'uomo-bestia) come quinta essenza della malvagità disumanizzante che si cela principalmente sotto abiti eleganti, modi affettati ed esibizioni materiali di potere. La seconda metà della pellicola, meno esuberante dal punto di vista visivo, diventa un solido noir aderente alla tradizione, con picchi di violenza improvvisi e richiami psicoanalitici ai traumi del passato, fino al finale perfetto che chiude il cerchio della parabola morale. E' senza dubbio uno dei lavori migliori, più equilibrati, densi e coesi del regista, realizzato con un occhio al grande cinema di una volta e l'altro alla sua innata predilezione per i "B-movies", probabilmente troppo ricercato e sulfureo per risultare appetibile al pubblico mainstream (non a caso i risultati al botteghino non sono stati affatto entusiasmanti). Ha ottenuto 4 candidature agli Oscar 2022: miglior film, fotografia, scenografia e costumi. Ne esiste anche una versione in bianco e nero che è stata distribuita a tiratura limitata in pochissime sale americane e che sarà sicuramente inclusa nell'edizione home video, per la gioia dei cinefili. Una piccola curiosità: la cantante attrice Romina Power (famosissima in Italia come ex moglie di Al Bano e figlia dell'attore Tyrone Power, protagonista del film del 1947) è stata fortemente voluta da Guillermo del Toro per comparire in un breve cameo, non accreditata ma ben riconoscibile ad occhio attento.
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