domenica 31 dicembre 2023

Nuovo Olimpo (2023) di Ferzan Ozpetek

1 novembre 1978. Il 25enne Enea Monti è uno studente di cinema che sogna di diventare regista e lavora come volontario sui set della Capitale. Fra i curiosi intorno vede Pietro Gherardi, e fra i due c'è subito un'intesa silenziosa fatta di sguardi. Più tardi Enea ritrova Pietro al Nuovo Olimpo, un cinema d'essai che è anche un luogo di incontro per omosessuali. I due si appartano in bagno, ma Pietro non vuole un rapporto casuale consumato di fretta e di nascosto: ed Enea lo asseconda, fissando con lui un appuntamento in una casa temporaneamente vuota. Lì inizia la loro storia d'amore intensa e passionale, che però subirà una brusca e inaspettata battuta d'arresto. Da allora, attraverso quattro primi di novembre nel corso di quasi quarant'anni, il ricordo e il rimpianto di quei momenti iniziali di intimità e di tenerezza rimarranno permanentemente nel cuore di Pietro ed Enea, nonostante le loro vite siano in apparenza consolidate con compagni e carriere professionali diverse. Nuovo Olimpo unisce due passioni di Ferzan Ozpetek: quella per il cinema (inteso anche come luogo fisico) e quella per i sentimenti, dei quali i cinema, come si dice anche nel film, non ci si deve vergognare. Ma questa volta la sceneggiatura, coscritta con il sodale di sempre Gianni Romoli, comporta sospensioni di incredulità davvero difficili da accettare. La storia del cinema è costellata di film che hanno saputo trattare magistralmente il tema delle relazioni interrotte o ostacolate, e del desiderio sospeso che ne deriva: due esempi per tutti, per restare nel registro melò a cui si ascrive anche Nuovo Olimpo, sono Un amore splendido e I segreti di Brokeback Mountain. Per parafrasare il personaggio più saggio di questa storia, che afferma che "non è il quanto, è il come", mai come in questo ambito narrativo a contare non è il cosa - ovvero la tematica del "fuoco che hai acceso e che non spegni più", come canta da Mina sui titoli di coda - quanto il modo in cui questa tematica viene sviluppata. Desiderio e rimpianto sono materia incandescente e fortemente evocativa e vanno gestite con grande delicatezza narrativa, e ancor più grande capacità interpretativa. Nuovo Olimpo invece, dopo un promettente inizio fatto di pathos e sensualità - diretto con maestria registica da Ozpetek, montato in modo interessante da Pietro Morana, e reso convincente grazie alla sensualità dei corpi in scena - vede accadere eventi davvero poco credibili che non dettagliamo solo per non fare spoiler, ma che sembrano ignorare la conoscenza del pubblico non solo dei grandi film sopra citati, ma anche delle serie televisive e persino delle soap opera. Ed è proprio nei cliché di queste ultime che Nuovo Olimpo rischia di cadere, anche a causa dell'interpretazione legnosa di Andrea Di Luigi nei panni di Pietro, e di dialoghi che appaiono più letterari che sentiti. E il personaggio di Giovanni che comparirà più avanti, il giocatore di pallanuoto laureato in ingegneria meccanica "ridotto a governante" interpretato dall'ex rugbista Alvise Rigo, è quasi involontariamente camp. La narrazione si solleva quando entrano in campo interpreti come Luisa Ranieri, che ha il bel ruolo della cassiera del Nuovo Olimpo truccata come Mina, e Aurora Giovinazzo, che riesce a gestire bene le nuance del complesso personaggio di Alice: entrambe rappresentano quel femminile autonomo ma mai egoriferito tanto caro ad Ozpetek, ed è a loro che il film è dedicato. Ma anche Giancarlo Commare, che appare nel breve cammeo di Molotov, lascia il segno e conquista il suo spazio. Più interessante è la storia d'amore di Ozpetek per il cinema, soprattutto quello classico italiano - citati in Nuovo Olimpo sono Mamma Roma e Nella città l'inferno, dominati dalla personalità magnetica di Anna Magnani - e per quelle sale con gli orari fissi e l'intervallo, la possibilità di recuperare i primi minuti persi se si arrivava in ritardo e l'addetto allo strappo dei biglietti: una ritualità da tempio sacro, sempre uguale e infinitamente rassicurante. Non è un caso che il film stesso si chiami come il luogo della nascita di due passioni - quella fra Enea e Pietro, ma anche quella fra ognuno di loro e il cinema- e che porti in sé l'eco di Nuovo Cinema Paradiso, quando celebrava la sala come baluardo di una memoria collettiva a rischio obsolescenza. In un film pieno di Eros, in cui i sentimenti vengono dichiarati continuamente, si riesce nell’impresa, purtroppo, di non far emozionare lo spettatore.Probabilmente a causa anche di alcuni passaggi poco credibili che fanno staccare la presa emotiva dello spettatore. Film numero 14 di Ferzan Özpetek, tra i suoi più autobiografici, Nuovo Olimpo racconta la storia d'amore di due ragazzi, interrotta alla fine degli anni '70 per poi riprendere 30 anni dopo. Il suo solito melodramma con musica è stavolta, grazie a Netflix, più spinto sulla rappresentazione dell'amore omosessuale, ma anche più chiuso nel raccontare il contesto, solo evocato. Roma, dal 1978 (Moro, Kappler in fuga...) al centro storico gentrificato di oggi, riconquistato dai ricchi, come Pietro, chirurgo goloso, e Enea, cineasta di successo. Si sono amati alla follia da studenti e poi perduti per 40 anni (colpa del Settantasette?). Una nuova vita, senza film d'essai e amici col diavolo in corpo. La casa chic prestatagli allora sui Fori imperiali, spazio della più inebriante

https://it.wikipedia.org/wiki/Nuovo_Olimpo

Damiano Gavino
Andrea Di Luigi
Luisa Ranieri
Greta Scarano
Aurora Giovinazzo
Loredana Cannata

Voto:
voto: 2,5/5

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