Il commissario Bertone indaga su un duplice omicidio compiuto da due balordi durante una rapina a una gioielleria, ma si scontra con le lentezze burocratiche del sistema e con i cavilli di un pedante magistrato che lo rendono impotente, finendo per favorire indirettamente i criminali. Intanto in città compare una misteriosa organizzazione chiamata "Anonima Anticrimine", costituita da cittadini che si fanno giustizia da soli, uccidendo i presunti malfattori, non ritenendo le forze dell'ordine all'altezza del compito. Bertone scopre che tra i membri della sedicente organizzazione vi sono anche autorità pubbliche e funzionari di stato. Viene unanimemente considerato come il capostipite del “poliziottesco” italiano ed è anche uno dei suoi migliori esponenti in assoluto (per molti il migliore). Notevolmente influenzato dal celebre “Dirty Harry” (1971) di Don Siegel, trae spunti dalla cronaca italiana reale (in particolare dall’omicidio Pinelli e da quello Calabresi) ed esprime perfettamente il senso di smarrimento di un periodo oscuro, a cavallo tra i movimenti del ’68 e l’avvento dell’eversione terroristica che diede vita ai sanguinari “anni di piombo”. E’ un film solido, dominato dalla violenza e dal ritmo incalzante, con alcune sequenze d’azione egregiamente realizzate. Questa insolita e riuscita digressione di Steno (Stefano Vanzina), regista tipico della commedia comica nostrana, nelle atmosfere cupe del poliziesco all’italiana è anche uno dei vertici della sua carriera registica. Nel cast spiccano Enrico Maria Salerno e Mariangela Melato. Belle le musiche di Stelvio Cipriani, una delle più celebri soundtrack del “poliziottesco”.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento