venerdì 10 febbraio 2017

Il maratoneta (Marathon Man, 1976) di John Schlesinger

Thomas Babington Levy, detto “Babe”, è un giovane studente universitario di storia, di origine ebrea e appassionato di corsa podistica (si allena ogni giorno per correre la maratona di New York). A causa del fratello maggiore, implicato in loschi affari, finisce coinvolto in un torbido intrigo internazionale in cui un sadico medico nazista (rifugiatosi in Uruguay per sfuggire alla giustizia alleata) cerca di entrare in possesso di una grossa partita di diamanti sporchi del sangue dell’Olocausto. Intenso thriller spionistico a sfondo storico, diretto con mano sicura da Schlesinger e tratto dal romanzo omonimo di William Goldman, autore anche della sceneggiatura. Teso e angosciante, alterna con collaudata abilità dialoghi taglienti, intreccio appassionante, azione spettacolare e suspense calibrata, rievocando con efficace patos narrativo l’ombra di una tragedia storica ancora molto vicina come la Shoah ebraica. Il tema portante è quello dei criminali nazisti sfuggiti al castigo e riparati in America latina, ma anche quello di un’ideologia dispotica, intrinsecamente violenta e non di pura esclusiva germanica, i cui germi sono ben duri a morire (esemplare, in tal senso, il richiamo al maccartismo americano su cui il protagonista sta preparando la tesi). Ambientato in una New York cupa e ben incorniciata dalla fotografia autunnale di Conrad L. Hall, ha un finale meno aspro rispetto al romanzo ispiratore ed è uno dei thriller più riusciti degli anni ’70, anche grazie al cast stellare in splendida forma: bravo Dustin Hoffman, tenebroso Roy Scheider, straordinario Laurence Olivier in una delle sue intepretazioni più famose nei panni dell’aguzzino Szell. L’agghiacciante sequenza della tortura sulla poltrona dentistica (tra l’altro sforbiciata dal regista stesso per mitigarne l’impatto) è rimasta nella Storia del Cinema. Olivier fu candidato come miglior attore non protagonista agli Oscar 1977 per questa sua interpretazione, ma il premio se lo aggiudicò Jason Robards per Tutti gli uomini del Presidente (sceneggiato anch’esso da Goldman).

La frase:E’ sicuro ?

Voto:
voto: 4,5/5

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