Tom O'Meara, onesto poliziotto irlandese di mezza età che vive a New York con la moglie e le sue tre figlie femmine, accoglie in casa il giovane Frank McGuire, appena sbarcato dall'Irlanda, e gli offre ospitalità per il periodo del suo soggiorno. Tom rivede in lui qualcosa di sè stesso, sente il "profumo" della terra natia e proietta nel ragazzo il suo desiderio latente di un figlio maschio mai avuto. Tra i due nasce una solida amicizia, Tom si affeziona sempre di più a Frank, che non parla molto ma è sveglio, e anche le sue figlie sembrano ravvivate dalla presenza in casa di un giovane uomo di bell'aspetto e di buone maniere. Ma Frank nasconde un terribile segreto e non è chi dice di essere. Fosco thriller introspettivo di Alan J. Pakula sul tema dell'identità, dell'idealizzazione dei nostri desideri e del contrasto tra dovere e sentimento. Su tutto incombe, fin dalle prime sequenze, l'ombra sinistra di quel sanguinoso conflitto irlandese che si combatte dall'altro capo dell'oceano e che affonda le sue radici in epoche remote. All'insegna di un tormentato maledettismo e di una cupezza adombrata, Pakula dirige il film col pilota automatico grazie al suo innegabile mestiere, lasciando molto spazio ai due attori protagonisti (Harrison Ford e Brad Pitt), che sono bravi, intensi e capaci di regalare tensioni emotive, sia nei silenzi che nelle scene d'azione. Peccato però che la sceneggiatura sia troppo esile e prevedibile, dando vita ad un'opera di piatta indolenza e di convenzionale sviluppo, in cui le sequenze migliori sono quelle ambientate in Irlanda. E' stato l'ultimo lungometraggio del regista newyorkese, che morì l'anno dopo in un incidente stradale di rocambolesca tragicità. Ed è un peccato che l'autore abbia concluso così la sua carriera, con un film che non è di certo tra i suoi migliori e tra quelli per cui verrà ricordato. La convivenza sul set tra le due star, il maturo Ford e il giovane Pitt, è stata turbolenta e problematica, e Pakula ha dovuto utilizzare tutto il suo savoir-faire per gestire al meglio la situazione. Ma sarebbe sbagliato attribuire a questo le debolezze della pellicola, che ha invece nelle recitazioni uno dei suoi punti di forza.
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