Tre episodi per tre diversi viaggi di nozze. Il professor Raniero Cotti Borroni è un luminare della medicina, primario zelante, uomo pignolo e insopportabile, borioso e opprimente, vedovo della prima moglie, Scilla, di cui continua sempre a parlare alla novella sposa, Fosca, giovane e fragile, schiacciata dall'ego del marito e che, già alla vigilia del viaggio, si rende conto dell'errore irreparabile che ha commesso. Il bonario Giovannino sposa la fidanzata di sempre, Valeriana. Ma il loro viaggio di nozze viene sistematicamente interrotto da una serie di guai familiari: prima il vecchio padre di lui che viene mollato dalla badante senza preavviso, poi la sorella di lei che tenta di togliersi la vita per essere stata tradita dal marito, salvo poi scoprire che era tutta una farsa, e poi ancora il padre di Giovannino che scappa dalla sistemazione provvisoria che gli era stata trovata. Ivano, coatto romano arricchito ma trucido e ignorante, sposa la bella Jessica, che è la sua copia conforme. I due burini, entrambi erotomani incalliti, si abbandonano a volgarità di ogni tipo e a rapporti sessuali sempre più trasgressivi al grido di "O famo strano ?". Il 14-esimo lungometraggio di Carlo Verdone regista segna il suo ritorno alla struttura "a personaggi" con cui aveva esordito negli anni '80 sotto la guida di Sergio Leone, produttore e mentore. Il film è una commedia di costume molto divertente, con un Verdone attore in gran forma che sciorina il meglio del suo consolidato repertorio, ripescando in parte anche qualcosa del mitico Furio di Bianco, rosso e Verdone (1981). I tre episodi sono molto diversi tra loro: il primo è un concentrato di ironia nera, con punte di cinico grottesco da fare invidia ai migliori risultati di Alberto Sordi (da sempre modello di ispirazione di Verdone), con il sinistro personaggio dell'arrivista saccente prof. Borroni, che prende le mosse dal già citato Furio e che sarà poi nuovamente ripreso dal comico romano in Grande, grosso e... Verdone (2008), con il nuovo nome di prof. Callisto Cagnato. L'episodio centrale è quello più debole, il più bonario e positivo nei personaggi, con vaghe pretese di affresco sociale degli egoismi familiari. L'ultimo episodio è il più comico e sopra le righe, per quanto la descrizione dell'inerzia interiore e del vuoto assoluto di un certo prototipo di gioventù provinciale sia quanto meno inquietante, anche se fatta con un ghigno sulle labbra. Qui molto si deve anche alla carica erotica di Claudia Gerini, che è una vera bomba sexy, oltre che bravissima ed in perfetta sintonia con Verdone. Il loro duo di zotici libidinosi tornerà, a grande richiesta, nel già citato revival del 2008, ma con una riuscita ben più squallida. Il tormentone "O famo strano ?" è rimasto nell'immaginario comico collettivo. A tutt'oggi questo film è stato il più grande successo al botteghino di Carlo Verdone (al netto dell'inflazione monetaria).
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