martedì 25 febbraio 2014

C'era una volta il West (C'era una volta il West, 1968) di Sergio Leone

Il ricco e potente Morton è il cinico padrone della nascente ferrovia che porterà il progresso nella vecchia frontiera americana. Per impossessarsi di un piccolo pezzo di terra nella cittadina di Sweetwater, di proprietà della famiglia McBain, il solo luogo dove c'è una sorgente d'acqua in un vasto territorio desertico,  Morton manda il suo miglior killer, lo spietato Frank, per convincere McBain a vendere. L'importanza del pozzo dei McBain è cruciale per consentire il proseguimento dei lavori di costruzione della ferrovia che dovrà passare proprio vicino a Sweetwater. La determinazione di McBain a non cedere la sua proprietà dà luogo ad una strage, a cui sopravvive soltanto la moglie Jill, donna bella e grintosa dall'oscuro passato. Il suo destino si intreccia con quello di un misterioso pistolero solitario, che tutti chiamano "Armonica", che parla poco e spara molto, che sembra uscito dal nulla e che ha un vecchio conto da regolare con Frank. E' il più grande, ma non il migliore, tra i western di Sergio Leone: scritto in collaborazione con Bernardo Bertolucci e Dario Argento, realizzato con fondi americani e girato nella "fordiana" Monument Valley (in luogo della più economica Almeria spagnola), è un grandioso e nostalgico affresco epico romantico sulla fine di un'epoca (la vecchia frontiera americana), di cui celebra l'epilogo in una sorta di struggente liturgia, enfatizzata dalla memorabile colonna sonora di Ennio Morricone. Il rimpianto, ereditato da Peckinpah, per quel mondo mitizzato di figure decadenti ed amorali, è spazzato via dall'arrivo del treno, simbolo del nuovo che avanza inesorabile. Sorretto da un cast grandioso (Fonda, Robards, Cardinale, Bronson) è un western iconoclasta che completa l'azione sovversiva di tutti gli "spaghetti western", trasgredendo ai principali stilemi del genere classico: a cominciare dalla manieristica dilatazione dei tempi fino all'eroe buono per eccellenza, Henry Fonda, qui proposto nel ruolo di spregevole villain. Pur tra eccessi e ridondanze i momenti di volo alto si sprecano, per un film che potrebbe fare da manifesto di tutto il cinema di Leone: pregi e difetti inclusi.

Voto:
voto: 4,5/5

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