Nina è una ballerina classica piena di ambizioni e di insicurezze, anche a causa di una madre assillante che la ossessiona con morbose apprensioni. Quando ottiene, a sorpresa, il ruolo principale in una versione moderna de "Il lago dei cigni", la ragazza finisce schiacciata tra la naturale gioia, il senso di responsabilità, l'invidia delle colleghe, il suo intransigente perfezionismo e la severità del coreografo Thomas Leroy, che la ritiene adeguata nei panni del cigno bianco ma non altrettanto in quelli della sua nemesi oscura, il cigno nero. L'arrivo di una pericolosa rivale, la sensuale Lily, che appare disinibita, sicura di sè e sempre più nelle grazie di Leroy, farà cadere Nina in uno stato di angosciante frustrazione. La ragazza inizia a perdere gradualmente il senso della realtà, confondendo sempre di più la sua vita con gli eventi del dramma teatrale che deve interpretare. Horror dark di matrice psicoanalitica che metta in scena l'eterna lotta
tra bene e male che, stavolta, si combatte internamente. Il ballo
diviene metafora della vita ed è perfettamente calzante ad un film
inquieto che fa del movimento continuo la sua intima essenza. Movimento e
sessualità son rappresentate come il mezzo necessario alla
"metamorfosi", alla ricerca estrema di sè e della propria meta, forse
irraggiungibile. Aronofsky è un regista viscerale, delirante, spesso
eccessivo ed anche questo film va, a volte, "fuori misura", abusando
dello shock visivo. In ogni caso resta un'opera affascinante, inquietante,
conturbante, tra le più intense degli ultimi anni. Oscar sofferto per Natalie
Portman che ha aderito anima e corpo al progetto. Ma avrà compiuto la
sua personale "metamorfosi" ?
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