Caleb,
giovane programmatore che lavora per una grande compagnia che si occupa di hi-tech e di internet, vince un concorso
aziendale che gli consente di trascorrere una settimana in un isolato e
iper-tecnologico rifugio nei boschi. Qui incontra Nathan, leggendario fondatore
e capo della società, geniale ed eccentrico, che gli svela il reale motivo del
suo soggiorno nella remota località. Caleb dovrà interagire (e quindi testare)
un nuovo prototipo di intelligenza artificiale, chiamato Ava, installato nel
bel corpo di una ragazza robot. Il primo film diretto dallo sceneggiatore Alex
Garland è un thriller fantascientifico “da camera” costruito su atmosfere
rarefatte e sospese. I tre personaggi principali appaiono allo spettatore come
i pesci di un acquario: un genio creatore malato di egocentrismo, un nerd
ingenuo usato come marionetta, una femmina robot sensuale e vulnerabile.
Partendo da un tema più che abusato (il rapporto uomo-macchina), la pellicola
si dipana con stile claustrofobico tra romanticismo d’antan e suggestioni horror, nascondendo sotto la patina hi-tech la sua vera anima di parabola
sulla manipolazione e sulla solitudine. Una solitudine inesorabile che
attanaglia, in modi e livelli diversi, tutti i tre protagonisti principali. Il
contrasto tra le ambientazioni asettiche ed il fuoco che, evidentemente, anima
i personaggi (pur celato sotto una coltre di falsa imperturbabilità), non si
traduce in accattivanti spunti narrativi e la (presunta) “sorpresa” del finale
appare frettolosa e disordinata. Probabilmente le femministe incallite
apprezzeranno, sebbene tutto sia riconducibile ai soliti clichè sull’emancipazione della donna che il moderno conformismo
impone come dazio da pagare al politicamente corretto. In quest’opera di
intrigante impaginazione estetica, che saggiamente preferisce la malia
psicologica al fracasso di analoghe pellicole hollywoodiane, ciò che manca è quel
lampo di estro creativo che sappia renderla originale, elevandola sopra la
media di un’onesta maestranza. Nel cast figurano Alicia Vikander (che fu
preferita a Felicity Jones, scelta iniziale del regista), Domhnall Gleeson e
Oscar Isaac. Il film ha comunque riscosso molti consensi (un po’ esagerati) ed
ha ottenuto un Oscar per i migliori effetti speciali sulle due nomination
ricevute (la seconda era per la sceneggiatura originale, scritta dallo stesso
regista).
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