Alonzo
Harris è uno sbirro di colore, pluridecorato e corrotto che lavora per la
sezione antidroga di Los Angeles. Nella sue attività colluse con le gang
criminali della metropoli californiana, ha contratto un ingente debito con la
mafia russa ed ha pochi giorni per trovare il denaro necessario, altrimenti
sarà assassinato. Per salvare la pelle il diabolico Harris prepara un piano
criminoso in cui coinvolge, suo malgrado, la giovane recluta Jake Hoyt, idealista
e di sani principi, a lui assegnata per un addestramento sul campo.
L’interazione tra due uomini così diversi trasformerà il tirocinio di Hoyt in
un gioco al massacro nelle pericolose strade delle periferie losangeline. Poliziesco
nero, intriso di aspro cinismo e di sporca violenza, scritto da David Ayer e diretto
da Antoine Fuqua con brutale realismo e ritmo coinvolgente. Fedele alla
“lezione” dei grandi classici del genere (Aldrich, Siegel, Friedkin), rinnova
la vecchia dicotomia sbirro buono/sbirro cattivo in uno scontro tra principi
etici e concezioni di vita, riflettendo sulla sottile linea di confine tra
legale e illegale. La veemente denuncia dell’illegalità nelle forze dell’ordine
prende la forma di un viscerale racconto di formazione, da un lato, e di un
tormentato cupio dissolvi,
dall’altro, reso inevitabile dal percorso di autodistruzione intrapreso dal
cattivo sergente protagonista. Teso e feroce nella messa in scena, è stato
girato quasi tutto in esterni nei degradati ghetti periferici di Los Angeles,
da South Central alla famigerata Imperial Courts. Straordinari i due attori
protagonisti: un massiccio Denzel Washington sempre sopra le righe (premiato
con l’Oscar per questo insolito ruolo di villain)
ed un intenso Ethan Hawke (candidato come miglior attore non protagonista). Completano
il cast Scott Glenn, Cliff Curtis, Tom Berenger, Harris Yulin, Eva Mendes. Il punto debole sta nel finale ingenuo
che cerca un improbabile compromesso con il politicamente corretto, creando così
un’evidente distonia con il tono acre e turpe del resto del film. Il dialogo
tra Alonzo Harris e il personaggio di Scott Glenn in una delle scene madri
della pellicola è, invece, il momento più riuscito e sottolinea il perfetto
lavoro di scrittura dei personaggi. Non tutti i membri della comunità
afroamericana hanno gradito la decisione dell’Academy Awards di assegnare
l’ambito Oscar di miglior attore protagonista a Denzel Washington proprio per
questo ruolo di personaggio deprecabile.
La
frase: "Sei tu che devi decidere: diventare un lupo
o restare una pecora."
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