Alex
(Denis Lavant) è un clochard, artista di strada e “mangiafuoco”, che vive sul Pont-Neuf,
il più antico ponte parigino. Michèle (Juliette Binoche) è una studentessa di
pittura, fuggiasca da un’oppressiva vita borghese e con un occhio malato. I due
s’incontrono, si amano e si lanciano in una relazione problematica ma
appassionata, vivendo sul Pont-Neuf, chiuso al pubblico per lavori di
ristrutturazione. Quando la famiglia di lei, per metterla a conoscenza di una
nuova cura che potrebbe salvare il suo occhio, tappezza Parigi di manifesti,
Alex, per paura di perderla, opta per il silenzio e si mette in azione per bruciare
tutti gli affissi. Ma la tragedia è dietro l’angolo. Forsennato dramma
sentimentale di Leos Carax, visionario e magniloquente, sospeso tra un’abbacinante
surrealismo fantastico ed un’ipertrofia formale in forte odore di manierismo.
C’è tutta la folgorante arte del regista (eccessi compresi) in quest’opera intrigante
costruita sui contrasti (di cui quello tra gli elementi acqua e fuoco è solo il
più tangibile). Alla sua uscita fu il film più costoso nella storia del cinema
francese per la ricostruzione del celebre Pont-Neuf in un gigantesco set
all’aperto collocato a Lansargues, vicino Montpellier, con un tempo complessivo
di quasi tre anni per ultimare le riprese. Estremo, allegorico, affascinante,
in bilico perenne tra genio e follia, estasi e delirio, ha spaccato in due la
critica (suscitando entusiasmo o delusione) e non ha mai recuperato gli ingenti
costi produttivi. Nonostante le evidenti sproporzioni di molte parti
dell’opera, è un film ammaliante e potente, una delle più abbaglianti e
disperate declinazioni dell’amor fou viste
sul grande schermo. Gli evidenti omaggi a Vigo confermano la passione del
regista, cinefilo incallito e citazionista devoto, per i grandi classici e la
memorabile sequenza della visita notturna al Louvre vale, già da sola, il
prezzo del biglietto ed è uno dei momenti più alti del cinema degli anni ‘90.
Autore nato per dividere, Carax realizza, con questo film coraggioso, un altro
prezioso oggetto di culto per i suoi fans. Barocco ? Sì. Ridondante ? Certamente. Geniale ? Pure.
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