mercoledì 28 aprile 2021

Come le foglie al vento (Written on the Wind, 1956) di Douglas Sirk

Kyle e Mitch sono due giovani benestanti texani che amano la stessa donna, la bella Lucy. Tra i due la spunta Kyle, che riesce a sposarla e, grazie al suo benefico effetto, trova anche il modo di uscire dal vizio dell'alcolismo. Quando però il medico gli diagnostica una totale infertilità, l'uomo, affranto, ci ricasca. Marylee, capricciosa sorella di Kyle, ama Mitch e cerca di sedurlo. Ma, vistasi respinta, per crudele vendetta, inizia ad insinuare nella mente annebbiata del fratello il tarlo che Mitch e Lucy abbiano una relazione segreta. Quando Lucy informa Kyle di essere finalmente incinta, questi si convince dell'infedeltà di sua moglie. Dal romanzo "Written On The Wind" di Robert Wilder, Douglas Sirk ha tratto un fiammeggiante quadrilatero amoroso di pura magia visiva, subdola tensione erotica e percorso da cadenze tragiche che rimandano ai grandi classici (da Shakespeare al teatro greco). Esteticamente sublime e profondamente amaro nei contenuti, nasconde, dietro i tempi e i modi del melodramma, una cupa riflessione sulla decadenza dell'alta borghesia americana, tanto avida di ricchezze quanto miope nei confronti del benessere emotivo dei figli. E' anche un film carico di simboli, in cui oggetti (pistole, bottiglie di whisky, trivelle petrolifere, auto lussuose) o situazioni (la sterilità di Kyle ) rappresentano il deterioramento inesorabile del (presupposto) potere maschile. Le molteplici allusioni sessuali (e omosessuali) sono la cartina tornasole di un latente desiderio represso, dal conformismo dei tempi, sempre più difficile da tenere a bada. E come in tutti i film dell'autore, il tormento dei personaggi si palesa nel rimpianto di una gioia interiore che è stata letteralmente cancellata dall'età matura. Una beatitudine che qui viene rappresentata con un luogo (dell'anima): il prato in riva al fiume dove i piccoli Kyle e Mitch giocavano (e sognavano) da bambini. E il ritorno in quel posto "magico" non fa che riaffermare la presa di coscienza che tutto è cambiato e nulla può più tornare come prima. L'epilogo ci consegna uno dei celebri "lieti fine tragici" del regista, perchè, parole sue, "nel melodramma l’eroe continua a vivere, in un disperato lieto fine". Cast straordinario con Rock Hudson, Lauren Bacall, Robert Stack, Dorothy Malone, Robert Keith ed Edward Platt. La Malone venne premiata con l'Oscar come miglior attrice non protagonista.
 
Voto:
voto: 4,5/5

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