Un gruppo di trentenni si riunisce per trascorre insieme una serata allegra e ricordare i verdi anni spensierati. Gli amici non si sono visti per molto tempo e hanno di che raccontarsi: sono tutti coniugati e sistemati, a parte Cesare, il "mattacchione" della combriccola, da sempre un simpatico modello di vita libera e sregolata. Ma sul finire della serata qualcosa (di cui non verrà mai fatta esplicita menzione) sembra accadere per tutti loro: la chiara sensazione che quell'età a cui cercano di aggrapparsi con la dolcezza dei ricordi è irrimediabilmente finita, che le cose sono cambiate, che loro sono cambiati e il distacco che li divide è più forte del passato che li unisce. Gli amici si salutano con affetto, ma ognuno di loro sente nel cuore che, probabilmente, non si ritroveranno un'altra volta. Splendida commedia di costume che stinge nel dramma malinconico, La rimpatriata è un film sincero, toccante, sensibile e profondamente vero. Dietro una trama apparentemente semplice e comune (è molto probabile che a tutti noi sia capitata una situazione simile almeno una volta nella vita), si nasconde una lucida e garbata riflessione sul tempo, tra il rimpianto della giovinezza trascorsa (e probabilmente idealizzata perchè mitigata dalla dolce nostalgia delle memorie) e la presa di coscienza che non si torna indietro, che ogni momento della vita è unico e irripetibile perchè espressione di una transitoria contingenza di fattori. Va dunque assaporato, se ci si riesce, mentre accade, ma se si cerca di "riviverlo" a distanza di anni non funziona più perchè niente è più lo stesso, a cominciare da noi. E' un film da bilancio esistenziale, mai esplicitato a parole ma evidente dai volti e dagli sguardi dei vecchi amici, ben scritto e ben recitato da un'ottima squadra di attori: Walter Chiari, Riccardo Garrone, Francisco Rabal, Dominique Boschero, Mino Guerrini, Gastone Moschin. E' anche una delle migliori pellicole dell'autore, purtroppo dimenticata e quasi del tutto sconosciuta ai non cinefili. Da recuperare assolutamente.
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