mercoledì 14 aprile 2021

The Witch - Vuoi ascoltare una favola? (The VVitch: A New-England Folktale, 2015) di Robert Eggers

New England, 1630. Il rude predicatore William viene allontanato dalla sua comunità per fanatismo religioso e trova riparo, insieme alla moglie e 5 figli, in una piccola fattoria isolata ai margini di un bosco minaccioso. La prima figlia, Thomasin, avverte una strana angoscia interiore, causata da un assillante senso di peccato trasmessole dal padre. Mentre si trova vicino al bosco insieme al suo fratellino neonato, il piccolo sparisce misteriosamente senza lasciare traccia. Dopo questo tragico evento tutto inizia ad andar male e un orrore strisciante, che sembra provenire dal buio della foresta, inizia a palesarsi a tutti i membri della famiglia. Splendido esordio alla regia di Robert Eggers con un horror ambientale, colto e raffinato, di ammaliante atmosfera, una cupa riflessione sul lato oscuro della natura umana, sul rapporto tra superstizione e fede, sulle paure arcane che da sempre accompagnano l'uomo nel suo rapporto con l'inconoscibile, con le forze occulte presenti nella natura stessa, fuori o dentro di noi. Sottilmente inquietante nella costante attesa di una imminente manifestazione del Male, la cui presenza incombente si avverte fin dai primi fotogrammi, affronta temi atavici che rimandano alle antiche fiabe, alle leggende popolari, e li analizza installando dubbi, provocando riflessioni: il male esiste come entità assoluta soprannaturale o proviene dal nostro inconscio? e quanto di questo male è provocato da educazione repressiva, sensi di colpa, genitori tiranni, integralismo religioso, frustrazione sessuale, traumi infantili? Le risposte, mai esplicite o definitive, stanno in ciò che si vede (e che non si vede) sullo schermo, sotto forma di oscura metafora densa di archetipi e magnificamente impaginata nella sua ambientazione storicamente antica, nella penombra spartana di una fotografia a luce naturale che fornisce un risalto quasi pittorico alle immagini. Il conflitto tra civiltà e natura, progresso e forze primordiali è un altro elemento importante del film e la sua "risoluzione" visiva attinge nuovamente al mito (il panismo) o all'iconografia esoterica. Nel cast svetta Anya Taylor-Joy, straordinariamente espressiva e perfetta per il ruolo di Thomasin. Non ci sono dubbi che questo sia l'horror del decennio. E forse anche qualcosa di più. Finale da brividi, altamente allegorico e, a suo modo, liberatorio. Ma è successo davvero?
 
Voto:
voto: 4,5/5

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