venerdì 23 aprile 2021

Io ho paura (1977) di Damiano Damiani

Il brigadiere  Graziano, uomo disilluso e con problemi familiari, viene affidato come scorta al giudice Cancedda che sta indagando su un caso di omicidio apparentemente semplice. Tra i due si instaura subito un rapporto di stima e confidenza e l'agente, grazie ad alcune brillanti intuizioni, indirizza il magistrato sulla giusta pista da seguire. Ma questa pista lo conduce in un losco affare di terrorismo e traffico di armi, guidato da sinistri e potenti personaggi. Nonostante i timori del brigadiere, il giudice non si ferma davanti a nulla e finisce tragicamente ucciso. Graziano viene riassegnato ad un altro magistrato, che però sembra ambiguamente colluso con il lato oscuro delle istituzioni. Duramente provato dagli accadimenti, Graziano cerca di ottenere giustizia, per onorare la morte del suo amico. Inquietante thriller politico, fortemente impregnato del clima di cupo pessimismo e di angoscia sociale che si respirava durante gli "anni di piombo", di cui il film effettua un'analisi impeccabile attraverso il meccanismo "giallo" dell'uomo comune che crede nel bene, teme il male e cerca invano di opporsi ad un meccanismo di forze ben più grandi di lui. Attraversato da un sottile senso di sconfitta e di sfiducia, ma anche criticamente polemico verso quei poteri occulti che hanno condotto il paese in quella tragica situazione, è un film doloroso e impegnato, che indaga su sinistri scenari quali strategia della tensione, servizi segreti corrotti, omicidi di stato, manipolazione istituzionale del terrorismo per abbietti giochi di potere. Riusciti e credibili i personaggi principali (anche grazie alle notevoli interpretazioni di Gian Maria Volonté, Erland Josephson e Mario Adorf), raggelanti le sequenze di violenza improvvisa e notevole gestione della suspense nei momenti topici. La parte finale all'interno del cinema a luci rosse è da antologia del poliziesco.
 
Voto:
voto: 4/5

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