Prima guerra mondiale: il 6 aprile 1917 i caporali inglesi Blake e Schofield vengono scelti per una missione suicida: attraversare le linee nemiche per portare a destinazione un dispaccio cruciale che può salvare migliaia di loro commilitoni da morte certa. Tra questi c'è anche il fratello di Blake. Sarà una terribile odissea attraverso l'orrore. La "grande guerra" è stata una guerra di trincea ed è forse per questo motivo che è stata raccontata poche volte al cinema, specie se paragonata alla seconda. Sam Mendes lo fa, alla sua maniera, ispirato dai racconti di suo nonno che aveva combattuto sul fronte francese, con un film bellissimo, visivamente splendido, tecnicamente superbo, che lascia lo spettatore incollato alla poltrona per tutta la sua durata. Noi fortunati la guerra non l'abbiamo fatta e non l'abbiamo mai vista. Qualcuno ha detto che guardare questo film è un perfetta esperienza "surrogata" della guerra vera. Probabilmente è un po' esagerato ma un fondamento di verità c'è. 1917 è un appassionante film on the run, un frenetico viaggio a rotta di collo (e in "real time") attraverso una terra di nessuno, pervasa da morte e distruzione, un inferno in terra tra fattorie abbandonate, città devastate, palazzi in macerie, trincee piene di cadaveri. Un incubo ad occhi aperti da attraversare correndo perchè il tempo è fondamentale. Mendes incolla la telecamera ai due protagonisti e li pedina, li bracca, facendoci correre insieme a loro e dandoci l'esatta impressione del tempo reale attraverso un utilizzo perfetto del piano sequenza, un montaggio magistrale e una serie di effetti visivi di ottima fattura. Fin dall'inizio delle riprese il regista aveva detto, non senza ambizione, di voler realizzare l'intero film in un unico piano sequenza per massimizzarne il realismo e farci vivere l'autentica esperienza del fronte nemico. Una cosa, evidentemente, impossibile. Ma l'effetto finale (che ovviamente è un trucco) è ottimo e gli stacchi sono praticamente invisibili. Il terzo compagno di Blake e Schofield diventa, quindi, lo spettatore, che corre a perdifiato con loro verso il 7 aprile, verso la missione compiuta e, metaforicamente, verso il 1918 (la fine della guerra e di tutte le guerre). Grande cinema e grande lavoro tecnico, al servizio di un'avventura dall'alto potere immersivo. Tre premi Oscar: miglior fotografia, sonoro ed effetti speciali. Meritatissimi.
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