I fratelli Logan, Jimmy e Clyde, non hanno avuto grande fortuna nella vita e sembrano perseguitati da una sorta di maledizione familiare. Jimmy ha una gamba offesa in modo permanente da un infortunio che gli ha stroncato la carriera nel football americano, è separato dalla moglie, soffre per gli scarsi incontri con l'adorata figlia ed è stato licenziato dallo Speedway, il circuito motoristico in cui lavorava. Clyde è infelicemente single, ha perso un braccio nella guerra in Iraq e si trova a gestire un pub dalle losche frequentazioni. Stanchi e arrabbiati con la vita, i due organizzano un meticoloso piano per svoltare: rapinare lo Speedway dell'intero cospicuo incasso durante una giornata di gare ufficiali, sfruttando le conoscenze di Jimmy dei vari sistemi di sicurezza. Per eseguire il colpo della vita mettono in piedi una banda, facendovi entrare la bella sorellina Mellie, l'esperto in rapine Joe Bang e i suoi due fratelli. Ma, tra i tanti problemi e pericoli, il primo che va risolto è legato alla condizione di Joe, che è un abilissimo scassinatore essenziale alla riuscita del furto. L'uomo si trova in carcere e uscirà tra alcuni mesi, ma la rapina va eseguita entro pochi giorni per motivi tecnici inappellabili. I Logan non si perdono d'animo e organizzano un ardimentoso piano nel piano. Esilarante commedia d'azione adrenalinica di Steven Soderbergh, che ritorna con successo al genere heist-movie, dopo la trilogia dedicata a Danny Ocean & co., ravvivandolo con pungente spirito sarcastico, adorabili personaggi strampalati, dialoghi al fulmicotone, un vivace tono goliardico ed una serie di sequenze action che sanno conciliare divertimento, suspense e invenzioni ad effetto. Dinamico nel ritmo grazie al montaggio audace e nervoso (marchio di fabbrica dell'autore), si avvale di un ottimo cast corale di interpreti bravissimi, tutti in splendida forma: Daniel Craig, Channing Tatum, Adam Driver, Riley Keough, Katie Holmes, Seth MacFarlane. Tra le pieghe comiche di questa simpatica epopea dei perdenti che cercano di ribellarsi alla sfortuna atavica (in tal senso il gustoso titolo originale in antifrasi è assolutamente da preferire a quello, banalissimo, italiano), si nasconde la critica denuncia sociopolitica di una provincia americana abbandonata al proprio destino dalle istituzioni ed economicamente tagliata fuori dai grandi flussi del capitalismo delle metropoli, che hanno cannibalizzato l'intero mercato a loro vantaggio. Dunque, apologia ironica dei losers, provinciali, scalognati e scalcinati, che sfruttano al meglio i rispettivi talenti per ribellarsi alla prepotenza dei ricchi e dei potenti che li vorrebbero eternamente sottomessi. Qualunquismo? senza dubbio. Populismo? certamente. Ma con un fondo di verità, uno scanzonato spirito satirico ed una messa in scena agile che garantisce un intrattenimento esuberante e intelligente.
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