Philippe Petit, ardimentoso funambolo francese da sempre attratto dalle sfide estreme, addestra la sua arte nei circhi e nelle strade, ma sogna di puntare sempre più in alto. Il suo "debutto" dell'aria avviene camminando su una corda tesa tra i due campanili della cattedrale di Notre Dame a Parigi, un'azione che gli fornisce una grande notorietà in patria. Ma Petit non è ancora soddisfatto, vuole ancora di più e all'alba del 7 agosto 1974 realizza l'impresa della sua vita, meticolosamente preparata nell'ombra con i suoi fedeli amici: camminare avanti e indietro per quasi un'ora su un cavo di acciaio teso tra le due Torri Gemelle di New York, ad un'altezza di oltre 400 metri e senza alcuna protezione. La camminata di Petit, sospeso nel vuoto tra il cielo e le strade di Manhattan brulicanti di curiosi a testa in sù col fiato sospeso, fece in un attimo il giro del mondo e divenne un simbolo potente di arte, di libertà, di trasgressione e di magia. Un gesto follemente eroico che spinse un tantino più in alto le capacità fisiche e spirituali dell'essere umano. Dramma biografico di Robert Zemeckis, che racconta la prima parte della vita straordinaria di Philippe Petit, ispirandosi al libro "Toccare le nuvole fra le Twin Towers. I miei ricordi di funambolo", scritto dallo stesso equilibrista di Nemours nel 2002. E' un film romantico nella sua celebrazione (anche politica) del gesto artistico come atto supremo di bellezza, di coraggio, di auto-affermazione e di libertà creativa, rappresentato in cadenze magiche di raffinata suggestione e di straordinaria potenza visiva, sublimandone la portata iconografica spirituale da contrapporre agli squallori del mondo "reale", accalcato nelle strade ma con il naso all'insù, in estasi di ammirazione. L'opera è idealmente divisa in tre parti distinte: il segmento parigino è una sorta di commedia circense, variopinta e stravagante, con personaggi eccentrici e teneri, anime speciali un po' folli che alimentano la creazione del sogno. La parte centrale è la furtiva preparazione del "colpo", con un clima di tensione strisciante che ammicca al thriller e prepara la scena per la "passeggiata" finale, memorabile e teatrale, grazie al supporto di effetti speciali superbi che rendono credibile l'incredibile. Nella terra dei sogni Petit realizza il suo, dimostrando al mondo stupefatto che sognare è ancora possibile e che le utopie, per quanto siano vacue, effimere, distanti, appese ad un filo sospeso nel vuoto, possano a volte diventare realtà, provocando vertigini ma anche incanto, aprendo uno spiraglio e indicando una direzione, una via d'uscita: quella dell'Arte. Zemeckis, più saggio e meno retorico rispetto al passato, fa sua l'ossessione di Petis e la modella sul mondo contemporaneo, sul cinema americano, sulla sensibilità moderna, per riattualizzare la potenza del sogno in un'epoca di cinismo e in un luogo (le Twin Towers) divenuto poi un tragico emblema di odio e di morte. Dal punto di vista tecnico vanno lodati, oltre agli effetti visivi, la fotografia di Dariusz Wolski e le musiche di Alan Silvestri, e nel cast le belle interpretazioni di Joseph Gordon-Levitt, Ben Kingsley, Charlotte Le Bon e James Badge Dale. The Walk è uno dei migliori risultati della carriera di Zemeckis, un film politicamente artistico per sognatori, in cui il regista persegue
una ideale sovrapposizione elettiva di intenti con l'animo di Petit.
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