New Messico, 1885. Maggie Gilkeson vive in un ranch con le sue due figlie e si guadagna da vivere facendo la "guaritrice" in un improvvisato pronto soccorso allestito in casa. Una banda di predoni indiani, unita a dei bianchi rinnegati senza scrupoli e comandata da un diabolico stregone, le rapisce la figlia maggiore Lilly per inserirla in una losca attività di tratta delle bianche oltre il confine messicano. Maggie è disposta a tutto per salvare la ragazzina, persino ad accettare l'aiuto di suo padre Samuel che l'ha abbandonata da piccola ed è sparito per lunghi anni per vivere insieme agli indiani. Lei cerca di sfruttare le conoscenze e l'esperienza del vecchio genitore e lui vuole trovare un modo per farsi perdonare da sua figlia. Tetro western di Ron Howard, scritto da Ken Kaufman, liberamente ispirato al racconto "The Last Ride" di Thomas Eidson e interpretato da Cate Blanchett, Tommy Lee Jones, Evan Rachel Wood, Jenna Boyd, Aaron Eckhart e Val Kilmer. E' un film anemico e derivativo, a tratti appassionante per merito degli attori, splendido nelle ambientazioni selvagge fortemente evocative (anche grazie alle suggestive musiche di James Horner), ma inturgidito dal messaggio di fondo sull'esigenza di accettazione dei "diversi" per raggiungere un pacifico equilibrio di reciproca convivenza. Un messaggio indubbiamente importante, oltre che legittimo, ma declinato, alla maniera del regista, con retorica ed enfasi melodrammatica. Però veder recitare insieme la luccicante Blanchett e il roccioso Tommy Lee Jones giustifica ampiamente la visione. Il film è stato un clamoroso flop al botteghino, risultando come uno dei peggiori risultati commerciali dell'autore.
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