domenica 14 novembre 2021

Mamma mia, che impressione! (1951) di Roberto Savarese

Alberto è un giovane imbranato, dai capelli platinati e dai modi effeminati, sciocco e inopportuno con tutti ma timido con la signorina Margherita, di cui è da sempre innamorato. Ma il suo rivale in amore, Arturo, è un ragazzo prestante e dotato di naturale savoir faire con le donne, quindi un osso duro per il povero Alberto. Per guadagnare punti agli occhi di Margherita, il nostro decide di sfidare Arturo alla maratona di Roma, ricorrendo a furbi espedienti per avvantaggiarsi. Ma la sua maldestra dabbenaggine prenderà il sopravvento. Commediola buffonesca di Roberto Savarese, interamente costruita sulla verve istrionica di un giovane, ma già dotatissimo, Alberto Sordi, qui al suo primo film da assoluto protagonista. Più che al regista, la pellicola appartiene a Sordi, che ha anche scritto il soggetto e la sceneggiatura insieme al grande Cesare Zavattini. Il comico romano ha portato in questo film tutte le idee, gli spunti, le battute e le gag dei programmi radiofonici che gli diedero la prima discreta notorietà, con particolare riferimento alla satira "I compagnucci della parrocchietta", che colpì molto Vittorio De Sica fino al punto da convincerlo a produrre quest'opera irrisolta e concedere piena fiducia a Sordi. Alcune voci di corridoio (mai confermate ma nemmeno smentite) sostengono che fu lo stesso De Sica a dirigere (non accreditato) gran parte del film. Il risultato finale è una pellicola fondamentalmente acerba e incostante, che paga molto la difficoltà del passaggio dalla radio al cinema, due mezzi troppo diversi per poter riproporre gli stessi tempi comici, creando un effetto di dilatazione e di ripetizione che finisce per annoiare. Ma la simpatia di Sordi e la sua capacità di inventare, improvvisare e lasciare il segno sono già evidenti, così come la naturalezza con cui l'attore riesce a modellare la sua "maschera" in funzione di una distorsione satirica che mira a ridicolizzare certi atteggiamenti tipici degli italiani. Mezza stellina in più per l'importanza storica del film.

Voto:
voto: 2,5/5

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