Steven è un cardiochirurgo sposato con la bella Anna e con due figli adolescenti. L'uomo incontra di nascosto un inquietante ragazzo di nome Martin con cui sembra avere un misterioso legame di cui la famiglia è all'oscuro. La presenza di Martin diventa sempre più invadente e Steven si decide a invitarlo a cena, presentandolo ai suoi come il figlio di un ex paziente deceduto in un incidente. Quando i due figli del medico iniziano a manifestare strani malori fisici e psicologici la verità verrà alla luce. E sarà terribile. Crudele dramma dalle venature horror di Yorgos Lanthimos, liberamente ispirato alla tragedia greca "Ifigenia in Aulide" di Euripide. Denso di riferimenti colti (letterari, classici, biblici), di riflessioni filosofiche e di citazioni cinematografiche alte (Kubrick, Haneke), è un glaciale apologo in chiave archetipale sul senso di colpa e la conseguente dolorosa espiazione. Volutamente disturbante, qua e là mitigato da una straniante ironia macabra, si mantiene sempre "distante" dalla materia trattata attraverso uno stile asettico e impassibile, come uno scienziato che osserva, annota e prende atto dei risultati di un esperimento. In questo senso è una sorta di incubo inevitabile nella sua progressione tragica. Cast sontuoso con Colin Farrell, Nicole Kidman, Barry Keoghan, Raffey Cassidy e Sunny Suljic. La diva australiana ha chiesto espressamente di voler lavorare con Lanthimos dopo aver visto i suoi film, come già in passato aveva fatto con Lars von Trier. Chissà se i riscontri a posteriori sono stati analoghi. L'irlandese Farrell è invece alla seconda collaborazione con il regista greco. Il film è stato premiato al Festival di Cannes per la migliore sceneggiatura. Potrebbe risultare molto indigesto per il pubblico generalista, sarà invece una manna del cielo per i fans dell'autore.
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