Il giudice Mariano Bonifazi è un moralista inflessibile e un funzionario zelante, il cui alto senso del dovere lo porta in costante rotta di collisione contro corrotti e corruttori. Indagando sulla morte di una giovane squillo tossicomane, Bonifazi finisce sulle tracce del ricco industriale Lorenzo Santenocito, un viveur brillante e spocchioso con molti scheletri nell'armadio. Per il giudice è l'avversario ideale e tra i due ha inizio una "guerra" senza esclusione di colpi. Innanzi tutto ideologica, prima che giudiziaria. Finale a sorpresa. Cinica commedia nera del maestro Dino Risi, scritta da Age & Scarpelli e interpretata dal formidabile duo Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, con il primo demiurgo sornione e il secondo istrione stravagante. Con i tempi e i modi di una satira al vetriolo, Risi ci offre un ritratto avvilito e avvilente della società italiana, tra degrado morale, sottocultura della prevaricazione, rapacità boriosa e atavica furbizia. Ma, di contro, la figura dell'integerrimo magistrato tutto d'un pezzo, per cui è quasi inevitabile parteggiare, avrà una clamorosa svolta nel finale, rimettendo tutto in discussione e creando un voluto senso di smarrimento nello spettatore. Il film è totalmente figlio della sua epoca (gli "anni di piombo"), infatti non solo viene influenzato, a livello concettuale, dal clima sociopolitico di quel periodo, ma, addirittura, ne anticipa, con cupa preveggenza, ulteriori inquietanti sviluppi. La contrapposizione forzata tra i due estremi (l'ortodossia fanatica e il qualunquismo impudente) imploderà in un paradosso etico inestricabile che risente, evidentemente, del crescente senso di sfiducia nelle istituzioni diffuso in molti strati sociali durante gli anni '70. Senza fornire risposte l'autore ci sorprende, ci sconcerta e ci fa riflettere, gettando ombre di stimolante ambiguità su questioni fin troppo grandi per un semplice film. E' questo il compito e il privilegio dell'arte: innescare quesiti, accendere discussioni, provocare più che tranquillizzare. E Risi lo fa da par suo, con questa pellicola agile e pungente, in cui l'unico sicuro perdente è la Giustizia.
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