Salvador Mallo è un famoso regista spagnolo entrato in profonda crisi esistenziale e artistica a causa di una serie di malattie, sia fisiche che psicologiche, che gli impediscono di lavorare e di essere felice. Fortemente depresso, minato nel corpo e nello spirito, il nostro si trascina tra i ricordi della gloria passata e degli amori perduti, l'uso di droghe per alleviare le sofferenze e l'incapacità di inventare nuove storie per il grande schermo. E intanto la sua mente vaga tra le dolci memorie di un'infanzia povera in un piccolo paese rurale, un suo film passato che non aveva mai amato e il peso dolente di scelte sbagliate e occasioni perdute. Splendido dramma autobiografico di Almodóvar, che si mette totalmente a nudo raccontando sè stesso, le sue ansie, le sue fragilità e la sua arte attraverso il personaggio di Salvador Mallo, che è il regista stesso interpretato dal suo attore feticcio Antonio Banderas, che ci offre un'interpretazione di accorata sensibilità. Eliminando ogni freno emotivo l'autore si abbandona in uno struggente flusso di reminiscenze, immagini, sogni, delusioni, manie e malinconie, tutte filtrate attraverso la lente sublime dell'arte, elemento catartico e magico, scintilla divina e musa incantatrice, capace di regalare l'eternità, rendendo più tollerabile il male di vivere ed elevando i suoi adepti al di sopra delle miserie umane. Sincero e toccante, sempre misurato nell'esposizione dei sentimenti, scevro di tutti gli eccessi trasgressivi che hanno caratterizzato la sua carriera giovanile, questo film compendio è un disarmante e lucido diario emozionale di una vita e di una carriera, la forma compiuta del suo personale 8½. Arte e vita, cinema e realtà che s'intrecciano indistinguibili in un appassionato viaggio introspettivo, doloroso ma non lamentoso, commovente ma non patetico, pacificato ma non rassegnato rispetto all'ineluttabile trascorrere del tempo. I flashback dell'infanzia, con la figura dolcemente totalizzante della madre (interpretata da Penelope Cruz) e la folgorante scoperta del desiderio sessuale, sono un perfetto esempio di "poesia visiva", carnale e palpitante, alla maniera di Almodóvar. Un film importante, a suo modo definitivo, probabilmente inevitabile, che si colloca come opera omnia e come probabile spartiacque della carriera del regista.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento