Negli anni '50 Alice e Céline sono due donne benestanti, amiche per la pelle e vicine di casa, molto unite insieme alle rispettive famiglie. Ma una terribile tragedia familiare che colpisce Céline fa cambiare ogni cosa, dando il via ad una crescente serie di incomprensioni, risentimenti, gelosie e sospetti reciproci. A questo si aggiungono degli eventi inquietanti che gettano Alice in un'atmosfera da incubo. Intanto il rapporto tra le due donne diventa sempre più morboso. Riuscito adattamento del romanzo "Alice (Derrière la haine)" di Barbara Abel da parte del belga Olivier Masset-Depasse. E' un thriller d'atmosfera che lavora sotto pelle, asciutto, raffinato e strisciante, costruito principalmente sul senso di minaccia, sul non detto e sul non visto. La messa in scena e le ambientazioni vintage sono formidabili, curate in ogni dettaglio e con una fotografia che utilizza una palette di colori caldi e vivaci, che quasi accarezzano l'occhio dello spettatore per metterlo a proprio agio. I riferimenti estetici ai grandi melodrammi fiammeggianti di Douglas Sirk sono evidentissimi (come ammesso dallo stesso regista). Ma sotto questa patina confortevole l'autore è altrettanto abile a piantare il seme del dubbio e dell'odio, che poi germoglierà (in modo ancora più angosciante) nella seconda parte della pellicola, dalle evidenti influenze hitchcockiane. Il finale che non ti aspetti è efficace e coraggioso nel suo "tradimento" alle regole del genere di appartenenza. Molto brave le due protagoniste (Veerle Baetens e Anne Coesens) che riescono a rendere in modo credibile il rispettivo cambiamento nel procedere della drammatica vicenda. Poco conosciuto dal grande pubblico, ma particolarmente apprezzato dagli addetti ai lavori, infatti gli americani hanno già messo in cantiere un remake con Jessica Chastain e Anne Hathaway. Staremo a vedere.
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