Due giovani, Hugh e Jay, escono insieme, vanno al cinema e fanno l'amore in macchina. Dopo qualche ora la ragazza si risveglia legata a una sedia in un'area abbandonata. Hugh le spiega che è stato costretto a passarle la sua maledizione per salvarsi e che, da questo momento, lei sarà perseguitata da una misteriosa creatura che la seguirà ovunque per ucciderla, assumendo forme diverse, anche quelle di un conoscente. Il solo modo per liberarsi e rimanere in vita è quello di passare l'anatema a qualcun altro tramite rapporto sessuale, a patto però che questi non si faccia uccidere, altrimenti l'entità ritornerebbe a puntare la vittima precedente. Per Jay sarà l'inizio di un incubo. E' cosa rara riuscire ancora a trovare un horror interessante e sopra la media, in un genere ormai abusato e spremuto fino al midollo e vittima di derive commerciali, interessate unicamente all'enfasi dello splatter o al saccheggio dei vecchi classici. David Robert Mitchell, regista "di genere" di belle speranze, ci riesce con questo film agghiacciante che sa regalarci sinceri brividi, più di un sussulto e qualche sequenza da incorniciare (vedi ad esempio il prologo d'antologia). Come tutti gli horror degni di nota la sua forza risiede nelle atmosfere minacciose, che più che mostrare preferiscono suggerire, e nell'uso sapiente di elementi archetipi, di chiaro senso metaforico. Basti citare la "maledizione" che può essere letta come allegoria dell'AIDS (con le conseguenti implicazioni etico-sociali con cui l'autore intende "pungere" il perbenismo americano) o la terribile creatura (la cui reale natura non viene, saggiamente, mai spiegata) che non dà tregua e che, nonostante il suo incedere lento, terrorizza per la sua inesorabile perseveranza e ubiquità (evidente simbolo della morte). Invece il concetto di "trasferimento" della "malattia" ad un altro allude, probabilmente, al senso di colpa, alla vergogna, mirando quindi, nuovamente, al moralismo. Se il regista avesse scelto di mostrare un po' meno dell'entità persecutoria sarebbe stato un film ancora migliore. Ma anche così è uno degli horror più riusciti del suo decennio.
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