La dura lotta del proletariato per il vivere quotidiano nella Roma contemporanea, tra crisi economica e sfruttamento indiscriminato. La giovane Eli ha quattro figli e un marito disoccupato che si arrangia alla meglio. Ogni giorno si sveglia prima dell'alba per prendere l'autobus e raggiungere in tempo il posto di lavoro: un bar sulla Tuscolana dove si accontenta di un impiego in nero e sottopagato. I suoi datori di lavoro sono i classici esponenti di quell'umanità mediocre e volgare, che si è arricchita con molta furbizia e pochi scrupoli. La sua migliore amica, Vale, ha mollato gli studi per inseguire il sogno della danza, ma deve fare i conti con una realtà che la vede "performer" in un locale notturno e in rotta con una madre perbenista anaffettiva. Due anime perse ma irriducibili, due donne che la società sembra spingere costantemente nelle retrovie ma che conservano ancora dentro un barlume di luce splendente, due donne che tirano fuori le unghie per andare avanti in una folle giungla urbana, nell'insensata "guerra" di sopravvivenza dei poveri contro i poveri. Intenso dramma a sfondo sociale, declinato al femminile, di Daniele Vicari. Realistico, attuale e amaramente lucido nell'acuminata descrizione della società moderna, di quell'esercito di precari volenterosi e affaccendati costretti a tollerare condizioni al limite e salari da fame alla disperata ricerca di un riscatto sociale. E' un film semplice che racconta storie semplici di persone semplici, in cui tanti si possono facilmente identificare, e che centra perfettamente il suo obiettivo (riflessione e indignazione) attraverso la dolente conclusione che la realtà in esso raccontata è così ricorrente da essere ritenuta "normale", in un paese allo sbando dove il diritto viene ormai regolarmente scambiato come favore. Il cappotto rosso della protagonista Eli (interpretata da una Isabella Ragonese "over the top") sembra quasi alludere a quello, più famoso, di spielberghiana memoria: un problema enorme che è lì davanti ai nostri occhi, ma di cui nessuno sembra accorgersi. Sole cuore amore è un valido esempio di cinema italiano di denuncia e di impegno civile, che, con qualche sfumatura più onirica e meno programmatica, sarebbe stato ancora più perentorio.
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