Alberto
Valle è un brillante impiegato di un’importante multinazionale, la Auto Avio Motor. Un
giorno viene convocato in una grande villa in montagna dal presidente della
compagnia, Giovanni Nosferatu, per un’allettante proposta di lavoro. Qui Alberto
scopre che Nosferatu è una moderna incarnazione del mitico vampiro e che il suo
piano consiste nell’ottenere il controllo assoluto dei punti chiavi della
società (politica, industria, economia, pubblicità, religione) attraverso la
manipolazione delle menti umane. Il nostro cercherà di opporsi con ogni mezzo,
ma Nosferatu dimostra di possedere molte armi. Interessantissimo horror satirico,
diretto con estroso piglio metafisico dall’esordiente Corrado Farina, ex
regista pubblicitario, che riattualizza la mitologia di Dracula al mondo
moderno sotto forma di contestazione al consumismo, attuando un sottile e
geniale parallelo tra vampirismo e capitalismo. Più weird che horror, questa totalizzante denuncia distopica del potere
economico basato sul progresso tecnologico, ha il sapore amaro della delusione
post sessantottesca e si muove sulla scia dei primi capitoli del celebre
romanzo di Bram Stoker che ha reso popolare la leggendaria figura del
vampiro. L’autore, pur non rinnegando alcuni
elementi tipici dell’iconografia vampiresca (come la bara o l’immortalità),
rinuncia totalmente al mistery (il cognome dell’antagonista ne svela subito chiaramente
la natura) e punta tutto sulla critica sociale utilizzando un approccio
concettuale, basato sulle atmosfere più che sui dialoghi, che sono sparuti ma comunque
molto incisivi. Alternando abilmente ironia e suggestioni angoscianti, il film
eccelle in invenzioni visionarie e in momenti allegorici di amaro simbolismo,
come quello in cui la hippy libertina Laura (che rappresenta l’impetuosa
ribellione giovanile) finisce per conformarsi al potere oligarchico. Nel cast
più che il protagonista Giuliano Esperanti, svetta un carismatico Adolfo Celi
nel ruolo di Nosferatu. E’ un film unico nel suo genere, un esempio di ottimo
cinema d’autore italiano purtroppo passato in sordina e pressoché sconosciuto
al grande pubblico. Ma è un indubbio cult di nicchia da recuperare
assolutamente. D’altra parte sfido chiunque a trovare un altro film di vampiri
in cui non compare neanche una goccia di sangue.
La
frase: “Il terrore, oggi, si chiama tecnologia”
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