giovedì 12 maggio 2016

Vincitori e vinti (Judgment at Nuremberg, 1961) di Stanley Kramer

Ricostruzione (romanzata) del celebre processo di Norimberga del 1948, tenuto dai vincitori della seconda guerra mondiale contro i nazisti, macchiatisi di crimini abominevoli contro l’umanità. In particolare qui si narra la vicenda del vecchio giudice americano Dan Haywood che deve occuparsi del caso di quattro “colleghi” tedeschi accusati di aver partecipato attivamente alle efferatezze naziste. Nonostante egli provi una naturale simpatia per uno degli imputati, uomo di grande cultura e carisma, e nonostante le pressioni politiche favorevoli a un “accomodamento”, il giudice si rivelerà inflessibile e profondamente inorridito a mano a mano che l’atroce verità emergerà dalle scioccanti deposizioni dei testimoni. Celebre dramma storico, verboso e compatto, diretto con indubbio mestiere da Stanley Kramer che, forte del cast stellare (Spencer Tracy, Burt Lancaster, Richard Widmark, Marlene Dietrich, Maximilian Schell, Judy Garland, Montgomery Clift), realizza, probabilmente, il suo film migliore. Vale principalmente come intenso resoconto storico, qua e là didattico, a volte tronfio, ma anche pregno di fiera ideologia democratica, in accordo all’ottimismo politico dell’era Kennedy a cui appartiene. Il pregio maggiore del regista sta nella capacità di raccontare l’azione attraverso i volti, i gesti e le parole dei protagonisti, per quanto non si esca mai al di fuori dell’aula di tribunale. Grandi interpretazioni di Schell, Tracy e Clift, che svettano su tutti gli altri, e memorabile la sequenza in cui la Dietrich cerca di spiegare “Lili Marlene” al devastato imputato. Su undici nomination agli Oscar vinse soltanto due premi: miglior attore protagonista a Maximilian Schell e miglior sceneggiatura non originale ad Abby Mann.

Voto:
voto: 4/5

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