Il
cameraman televisivo Harry Hinkle viene colpito accidentalmente da un
gigantesco giocatore di football americano durante la cronaca di una partita.
Nonostante non si sia fatto nulla, suo cognato, il losco avvocato Gingrich, lo
convince a fingersi paralizzato per organizzare un truffa milionaria ai danni
dell’assicurazione. L’abilità del furbo avvocato riesce a superare tutti gli
ostacoli legali finché non entra in scena Sandy, ex moglie di Harry, che ha
fiutato il cospicuo affare economico. Frizzante commedia caustica di Wilder,
ben scritta, diretta con estro brioso ed egregiamente interpretata dall’ottima
squadra di attori in stato di grazia, che vede in prima fila due fuoriclasse della
comicità come Jack Lemmon e Walter Matthau (premiato con l’Oscar come miglior
attore non protagonista). Divisa in 16 brevi capitoli (ciascuno corrispondente
a un diverso atteggiamento morale), è una perfida satira al vetriolo
sull’ipocrisia dei legami parentali, dominati dall’opportunismo e
dall’interesse materiale. Amaro e divertente, folgorante nello stile, a volte
disarmonico, a tratti geniale (memorabile la scena della partita notturna a due
nello stadio deserto), è l’ennesima lezione magistrale del grande Maestro
polacco su come articolare una commedia irresistibile che sappia unire ironia e
cinismo. Non vale quanto i grandi capolavori dell’autore ma è comunque un’opera
di assoluto rilievo, da riscoprire e da rivalutare. Il pittoresco titolo italiano
banalizza il senso dell’originale, ben più tagliente, che potrebbe essere
tradotto come il “biscotto della fortuna”, alludendo all’avidità umana per i
facili guadagni.
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