Tre episodi sulla figura femminile nell’Italia
che cambia, ambientati in tre diverse città emblematiche. Il primo è “Adelina”:
a Napoli una venditrice di sigarette di contrabbando, che vive nel rione
popolare di Forcella, fa figli a ripetizione pur di evitare il carcere, ma il
marito non riesce a reggere il tour de
force sessuale. Il secondo è “Anna”: una ricca borghese di Milano ha per
amante un uomo di modeste condizioni economiche che sembra in grado di darle
ciò che la ricchezza non le offre. Il terzo è “Mara”: una prostituta romana di
gran lusso deve gestire la difficile situazione di un giovane seminarista, suo
dirimpettaio, che ha perso la testa per lei. Celebre commedia a episodi di De
Sica, ognuno dei quali corrisponde a un diverso ritratto di donna, interamente
costruita sul fascino energico della sua carismatica protagonista, una Sophia
Loren all’apice del suo appeal
divistico. La Loren,
che spadroneggia in ciascuno dei tre episodi con la sua esuberanza fisica, può
contare sulla solida spalla del fidato Marcello Mastroianni, a fare da talentuoso
contrappunto. Fu un grande successo di pubblico, vinse l’Oscar come miglior
film straniero e consegnò all’immaginario collettivo una scena memorabile, poi
divenuta una delle icone più classiche della commedia all’italiana: l’ironico
spogliarello di Mara (Loren) sotto gli occhi di un allupato Augusto
(Mastroianni) nel terzo episodio. Il mestiere del regista è indubbio, così come
la sua grande capacità di essere sempre in sintonia con il gusto popolare, ma
il film soffre di un certo squilibrio tra i tre segmenti. Il migliore è il
primo (scritto da Eduardo De Filippo), sereno, goliardico e irriverente. Il
secondo (tratto da un racconto di Alberto Moravia) è invece troppo acre e
impacciato. Il terzo (scritto dal fidato Cesare Zavattini) è divertente ma
convenzionale. Robert Altman ha rifatto la sequenza dello spogliarello,
utilizzando gli stessi attori, nel suo Prêt-à-Porter
del 1994.
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