mercoledì 11 maggio 2016

Ieri, oggi, domani (Ieri, oggi, domani, 1963) di Vittorio De Sica

Tre episodi sulla figura femminile nell’Italia che cambia, ambientati in tre diverse città emblematiche. Il primo è “Adelina”: a Napoli una venditrice di sigarette di contrabbando, che vive nel rione popolare di Forcella, fa figli a ripetizione pur di evitare il carcere, ma il marito non riesce a reggere il tour de force sessuale. Il secondo è “Anna”: una ricca borghese di Milano ha per amante un uomo di modeste condizioni economiche che sembra in grado di darle ciò che la ricchezza non le offre. Il terzo è “Mara”: una prostituta romana di gran lusso deve gestire la difficile situazione di un giovane seminarista, suo dirimpettaio, che ha perso la testa per lei. Celebre commedia a episodi di De Sica, ognuno dei quali corrisponde a un diverso ritratto di donna, interamente costruita sul fascino energico della sua carismatica protagonista, una Sophia Loren all’apice del suo appeal divistico. La Loren, che spadroneggia in ciascuno dei tre episodi con la sua esuberanza fisica, può contare sulla solida spalla del fidato Marcello Mastroianni, a fare da talentuoso contrappunto. Fu un grande successo di pubblico, vinse l’Oscar come miglior film straniero e consegnò all’immaginario collettivo una scena memorabile, poi divenuta una delle icone più classiche della commedia all’italiana: l’ironico spogliarello di Mara (Loren) sotto gli occhi di un allupato Augusto (Mastroianni) nel terzo episodio. Il mestiere del regista è indubbio, così come la sua grande capacità di essere sempre in sintonia con il gusto popolare, ma il film soffre di un certo squilibrio tra i tre segmenti. Il migliore è il primo (scritto da Eduardo De Filippo), sereno, goliardico e irriverente. Il secondo (tratto da un racconto di Alberto Moravia) è invece troppo acre e impacciato. Il terzo (scritto dal fidato Cesare Zavattini) è divertente ma convenzionale. Robert Altman ha rifatto la sequenza dello spogliarello, utilizzando gli stessi attori, nel suo Prêt-à-Porter del 1994.

Voto:
voto: 3,5/5

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