In
un’isola immaginaria delle Antille, l’agente inglese William Walker, che opera
per gli interessi commerciali della corona britannica, aiuta il ribelle locale José
Dolores per organizzare la rivoluzione contro la dominazione portoghese.
L’operazione riesce ma quando l’indomito José inizia a fomentare il popolo per
affrancarsi dal giogo economico degli inglesi, lo stesso Walker sarà incaricato
di fermarlo ad ogni costo. Possente dramma storico di Pontecorvo, che sotto la
patina avventurosa cela la sua vera anima politica di aguzzo apologo contro il
colonialismo e l’imperialismo economico in tutte le sue forme, perfettamente
incarnate dalla cinica figura dell’antieroe William Walker, straordinariamente
interpretato da un carismatico Marlon Brando. Ambizioso e magniloquente, a
tratti populista nella sua rigida ideologia marxista, a volte didascalico nei
suoi passaggi illustrativi, va letto come dura requisitoria politica contro
ogni forma di invasione imperialista, con evidenti allusioni metaforiche al
Vietnam, a Cuba e alla stessa Resistenza italiana. La collaborazione tra Brando
e il regista italiano fu turbolenta, a causa del difficile carattere del divo
americano, ma anche proficua alla luce della notevole performance offerta del
grande attore, capace di conferire a William Walker una sfaccettata ambiguità.
La costante ricerca dell’autore di amalgamare la grande spettacolarità delle
immagini allo spessore della denuncia politica che sta alla base del film, non
sempre riesce, dando vita ad un’opera importante e affascinante, ma meno densa
e rigorosa del precedente capolavoro La
battaglia di Algeri. Queimada (che in portoghese significa “bruciata”)
è il nome dell’isola di finzione in cui viene ambientata la pellicola, che fu
girata a Cartagena, in Colombia, utilizzando come attori e comparse molti
nativi del luogo, spesso analfabeti e indigenti, sottoposti al medesimo
sfruttamento di cui si parla nel film. E’ rimasta celeberrima la “favola” di Evaristo
Márquez, giovane contadino colombiano, che all’inizio fu terrorizzato quando
venne contattato dal regista che intendeva provinarlo per il ruolo di José
Dolores, e si diede addirittura alla fuga. La sua interpretazione fu poi così
intensa e convincente che Márquez divenne famosissimo nel suo paese, salvo poi
essere rapidamente dimenticato poco tempo dopo. In un articolo pubblicato di
recente sulla stampa italiana, un invecchiato ma lucido Márquez ha ricordato
con nostalgico affetto il suo rapporto con il paterno Pontecorvo e con il magnetico
divo Brando, che fu prodigo di fraterni consigli verso l’inesperto e
occasionale “collega”. Il film si avvale della bella colonna sonora di Ennio
Morricone.
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