martedì 3 maggio 2016

Queimada (Queimada, 1969) di Gillo Pontecorvo

In un’isola immaginaria delle Antille, l’agente inglese William Walker, che opera per gli interessi commerciali della corona britannica, aiuta il ribelle locale José Dolores per organizzare la rivoluzione contro la dominazione portoghese. L’operazione riesce ma quando l’indomito José inizia a fomentare il popolo per affrancarsi dal giogo economico degli inglesi, lo stesso Walker sarà incaricato di fermarlo ad ogni costo. Possente dramma storico di Pontecorvo, che sotto la patina avventurosa cela la sua vera anima politica di aguzzo apologo contro il colonialismo e l’imperialismo economico in tutte le sue forme, perfettamente incarnate dalla cinica figura dell’antieroe William Walker, straordinariamente interpretato da un carismatico Marlon Brando. Ambizioso e magniloquente, a tratti populista nella sua rigida ideologia marxista, a volte didascalico nei suoi passaggi illustrativi, va letto come dura requisitoria politica contro ogni forma di invasione imperialista, con evidenti allusioni metaforiche al Vietnam, a Cuba e alla stessa Resistenza italiana. La collaborazione tra Brando e il regista italiano fu turbolenta, a causa del difficile carattere del divo americano, ma anche proficua alla luce della notevole performance offerta del grande attore, capace di conferire a William Walker una sfaccettata ambiguità. La costante ricerca dell’autore di amalgamare la grande spettacolarità delle immagini allo spessore della denuncia politica che sta alla base del film, non sempre riesce, dando vita ad un’opera importante e affascinante, ma meno densa e rigorosa del precedente capolavoro La battaglia di Algeri. Queimada (che in portoghese significa “bruciata”) è il nome dell’isola di finzione in cui viene ambientata la pellicola, che fu girata a Cartagena, in Colombia, utilizzando come attori e comparse molti nativi del luogo, spesso analfabeti e indigenti, sottoposti al medesimo sfruttamento di cui si parla nel film. E’ rimasta celeberrima la “favola” di Evaristo Márquez, giovane contadino colombiano, che all’inizio fu terrorizzato quando venne contattato dal regista che intendeva provinarlo per il ruolo di José Dolores, e si diede addirittura alla fuga. La sua interpretazione fu poi così intensa e convincente che Márquez divenne famosissimo nel suo paese, salvo poi essere rapidamente dimenticato poco tempo dopo. In un articolo pubblicato di recente sulla stampa italiana, un invecchiato ma lucido Márquez ha ricordato con nostalgico affetto il suo rapporto con il paterno Pontecorvo e con il magnetico divo Brando, che fu prodigo di fraterni consigli verso l’inesperto e occasionale “collega”. Il film si avvale della bella colonna sonora di Ennio Morricone.

Voto:
voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento