A
Sidney il detective Leon Zat indaga sulla misteriosa scomparsa di una psichiatra
ed entra in contatto con un tormentato universo di rapporti umani che
coinvolgono quattro coppie sposate, tra nevrosi, tradimenti, inganni, sesso e
morte. A mano a mano che l’indagine procede, Zat si trova sempre più coinvolto
in questo gorgo di pulsioni, che gli evoca dolorosi ricordi del suo passato.
Stupefacente thriller labirintico, tratto dalla pièce teatrale “Speaking In Tongues” di Andrew Bovell,
che prende il titolo dal nome di un’erba rara, di bell’aspetto ma spinosa e velenosa.
Questo enigmatico puzzle dai risvolti gialli è un’oscura e potente metafora sul
rapporto di coppia, un intricato mosaico psicologico sul male di vivere, sulla
solitudine e sull’infelicità ed un viscoso affresco a più livelli in cui i
diversi fili della storia corrispondono ai differenti piani di introspezione
interiore dei principali personaggi. Complesso e allegorico, ipnotico e
sfuggente, è un grande film d’atmosfera il cui potere ammaliante ci pervade fin
dalla prima sequenza e ci accompagna, minaccioso, per tutta la sua durata. E’
un giallo dell’anima, che procede concentrico senza azione, senza sparatorie e
senza violenza esplicita, ma ci avvince a livello cerebrale e viscerale con il
suo tortuoso meccanismo di scandaglio introspettivo, un viaggio onirico negli
impulsi e nelle emotività umane. E’ un dedalo di apparenze e di trappole, in
cui ogni immagine ha il suo rovescio speculare, ogni esitazione ne svela
un’altra, in un lugubre caleidoscopio di suggestioni che guardano all’essenza del
complesso rapporto tra maschio e femmina. Nel cast citiamo Anthony LaPaglia,
Rachael Blake, Kerry Armstrong, Barbara Hershey e Geoffrey Rush. Questa
pellicola australiana, pluripremiata nel suo paese e passata in sordina nel
nostro, è, pur nella sua atipicità, uno dei migliori thriller del nuovo
millennio e merita assolutamente il recupero e la visione. Chi lo ha accostato,
con i dovuti distinguo, ad America
Oggi di Altman e a Mulholland
Drive di Lynch non ha detto affatto un’eresia.
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