lunedì 19 giugno 2017

La mano (The Hand, 1981) di Oliver Stone

Jonathan Lansdale, disegnatore di fumetti in crisi matrimoniale, perde la mano durante un grave incidente stradale e, di conseguenza, è costretto a rinunciare anche al suo amato lavoro. L’uomo entra in crisi profonda ma, improvvisamente, la mano ricompare e va in giro da sola a commettere delitti, uccidendo persone in conflitto con il suo proprietario Lansdale. Stravagante incursione nel genere horror di un acerbo Oliver Stone, ancora alla ricerca di una sua dimensione artistica. La strampalata vicenda ha un suo fascino vintage nella prima parte, salvo poi precipitare rovinosamente nella seconda, con il finale del film che si intuisce ampiamente ben prima dell’epilogo. Esteticamente è poco più di un B-movie con alcuni scivoloni nel ridicolo involontario, le cui ambizioni da shocker psicologico vengono vanificate da una sceneggiatura assai sempliciotta che chiarisce troppo presto cosa si nasconde sotto il mistero soprannaturale. Il cast si avvale della presenza eccellente di un Michael Caine dagli improbabili capelli riccioluti, che però sembra a tratti svagato, probabilmente anche lui poco convinto della bontà del progetto. Per alcuni fans dei film underground d'antan è un piccolo cult tutto da godere (è evidente che, in certi casi, la rivalutazione generalizzata del trash sponsorizzata da Tarantino ha fatto non pochi danni), ma, con tutta la passione del sottoscritto per il vecchio cinema di genere, bisogna pur capire quando è giusto fermarsi e riconoscere i limiti palesi di una pellicola. Da salvare appieno soltanto gli effetti speciali del nostro grande “mago” Carlo Rambaldi: non c’è dubbio che la … mano del maestro di vede tutta. Il regista fa un breve cameo nel ruolo della prima vittima.

Voto:
voto: 2/5

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