Alice Hyatt, rimasta vedova e con un
figlio dodicenne a carico, parte per Monterey, la sua città natale. Durante il
viaggio si guadagna da vivere grazie alla sua bravura come cantante e conosce
alcuni uomini, tra cui David, che sembra il compagno perfetto per lei. Ma suo
figlio Tommy si oppone alla relazione e scappa di casa. Graffiante road movie di Scorsese, realistico e
denso, che si fa apprezzare per l’ardita commistione di generi diversi
(melodramma, commedia, musical) tenuti insieme con assoluto rigore da una
tecnica registica già sopraffina. Pur nelle pieghe di un intenso dramma
sentimentale, va letto come vigorosa elegia dei mediocri, gli esclusi dal sogno
americano che cercano il proprio destino attraverso le strade di un’America
provinciale, lottando a denti stretti per costruirsi un degno futuro. Questo luminoso
ritratto femminile, lontano anni luce dalle tematiche gangsteristiche delle
strade di New York, dimostra l’incredibile versatilità di un regista
sorprendente, intelligente e capace di spiazzare il pubblico con riuscite
incursioni in generi diversi già nella fase iniziale della sua carriera. Il
ritratto della provincia americana è vivido e concreto, con l’estrema
accuratezza degli ambienti e la miriade di accenti linguistici diversi,
apprezzabili solo nella versione originale, da preferire a quella doppiata.
Questo film semplice, appassionato e sensibile è un piccolo gioiello, purtroppo
non molto conosciuto, nella filmografia del Maestro italoamericano. Grande
interpretazione di Ellen Burstyn, che fu premiata con l’Oscar come miglior
attrice protagonista, e piccola apparizione di una Jodie Foster undicenne in
versione “maschiaccio”. Il film diede origine ad una serie televisiva, “Alice”, andata in onda negli Stati Uniti
tra il 1976 e il 1985.
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