Il 2 settembre 1945 la resa
incondizionata del Giappone decreta la fine della seconda guerra mondiale.
Mentre l’America festeggia a Times Square, la cantante Francine Evans incontra
il sassofonista Jimmy Doyle. Tra i due scoppia subito la scintilla e nasce un
rapporto passionale e tumultuoso che li condurrà al matrimonio. Il grande
successo di lei, che diverrà una stella di Hollywood, e la stentata carriera
musicale di lui faranno nascere una serie di gelosie e incomprensioni che li
condurrà alla rottura. Ambizioso melodramma musicale di Scorsese, che consolida
il suo forte sodalizio artistico con l’attore feticcio Robert De Niro e vi
affianca la straripante Liza Minnelli, una delle più brave e celebri “non
belle” dello showbiz americano, la
cui presenza conferisce al film un’atmosfera di languido legame con i vecchi
classici del genere (come quelli diretti da suo padre Vincente Minnelli). La
ricostruzione d’epoca è straordinaria e la nostalgica colonna sonora (che ha il
picco emozionale nella celebre canzone che dà il titolo al film) farà la gioia
di tutti gli appassionati degli anni ’50, ma il vero intento del grande regista
italoamericano non è affatto la malinconica celebrazione di un genere (il
musical) che fece grande la
Hollywood degli anni d’oro. Scorsese vuol rinverdire i canoni
del musical con il suo stile energico e teso, ed ecco, quindi, la ventata di
novità portata da personaggi intensi, nevrotici, problematici, densi di
imperfezioni e di ambiguità, che creano uno stridente contrasto tra la loro
vitalità e l’impianto teatrale tipico del genere. Lo spettacolo è scintillante,
la love story è vibrante e il personaggio di De Niro, con tutte le sue
debolezze e meschinità, possiede un sincero realismo. Il senso intimo
dell’opera, la riflessione sulla difficoltà di conciliare una normale vita
sentimentale con il grande successo artistico, le conferisce uno spessore del
tutto inusuale rispetto alle convenzioni del musical classico e il virtuosismo
funambolico di alcune sequenze confermano il talento assoluto dell’autore, la
cui verve investì il cinema americano
degli anni ’70 come un uragano. Eppure il film fu un fiasco assoluto, la
“Waterloo” della carriera di Scorsese, disastroso al botteghino e detestato
dalla critica per le sue audaci contaminazioni. La cosa coincise con un
difficile periodo personale che il regista stava attraversando, a causa della
dipendenza dalle droghe e del fallimento del suo secondo matrimonio. Esistono
due versioni dell’opera: quella originale di 153 minuti e quella uscita in
sala, ridotta a 137. Negli anni ’80 venne ripristinata la durata integrale ed è
questa la release attualmente reperibile in home video. E’ un film incompreso e
coraggioso, a volte impetuoso ma denso di fascino e di personalità. Sicuramente
da recuperare.
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