La
bella avventuriera Elizabeth Lipp e l’esperto ladro Walter Harper organizzano
il furto di un prezioso pugnale antico dal museo Topkapi di Istanbul. Per fare
il colpo reclutano una squadra di dilettanti incensurati, ciascuno altamente
specializzato nel rispettivo ruolo. Nonostante alcuni intoppi il piano
rocambolesco ha successo, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.
Thriller avventuroso di Dassin che, dieci anni dopo il capolavoro Rififì,
torna sul tema del “colpo grosso” con uno stile più leggero e brioso ed una
maggiore sofisticazione estetica, invadendo spesso il registro della commedia
giallo-rosa per mezzo di una serie di tocchi ironici e di situazioni
paradossali, alcune delle quali molto riuscite. Tratto dal romanzo “The Light of the Day” di Eric Ambler, si
avvale di una preziosa fotografia brillante che esalta in tutto il loro
splendore le meraviglie artistiche del museo turco che dà il titolo al film.
Nonostante la bellezza delle ambientazioni e l’ottima prova del cast
cosmopolita, in cui segnaliamo Melina Mercouri (moglie del regista), Peter
Ustinov (premiato con l’Oscar come miglior attore non protagonista), Maximilian
Schell e Robert Morley, la pellicola appare a volte sfilacciata, con momenti
pregevoli alternati ad altri maldestri. I suoi difetti, imputabili più alla
sceneggiatura che alla regia, rendono il pur gradevole intreccio narrativo un
po’ confuso, dando vita ad un divertissement
d’autore visivamente ricco ma spesso irrisolto nei contenuti. L’esuberante epilogo
punta tutto sul ritmo indiavolato per la costruzione del patos narrativo, a
discapito della verosimiglianza, dando vita ad un tripudio eccentrico di
trovate surreali e di lampi visionari che confermano la propensione anticonformista
di un autore spesso in bilico tra impegno politico e velleità ironiche. La
pellicola riscosse un buon successo di pubblico e critica alla sua uscita e
segnò una svolta nella carriera di Dassin verso un cinema più semplice e
“commerciale”.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento