Nella piccola città di St. Paul, nel Minnesota,
va in scena l’ultimo atto di “A Prairie Home Companion”, un popolarissimo show
radiofonico dal vivo dedicato alla musica country. Tra rimpianti ed emozioni i
protagonisti del concerto si alternano sul palco e nei dietro le quinte con la
loro arte, la loro passione, la loro vita. L’ultimo film di Robert Altman,
quasi profetico nella scelta della trama, è un capolavoro, sereno e
malinconico, che guarda al passato, alle radici, a Nashville
(di cui costituisce un ideale prolungamento) e all’anima musicale di una
nazione. Nei suoi 105 minuti di durata, 53 personaggi (il record per il regista
più corale della storia del cinema) e 44 canzoni si susseguono in uno splendido
ultimo valzer tra allegria e nostalgia. Una limpida elegia sulla fine di
un’epoca, sulla vita, sulla morte (che incombe in quasi tutte le opere
dell’autore) e sulla musica americana. Privo della tipica indignazione e del
mordente caustico che hanno sempre contraddistinto il regista, è una
riflessione lucida e velata di tenerezza, una sinfonia pacata forte di una
solida saggezza, la saldezza di chi è ormai ben oltre le miserie umane. Con
stile ed eleganza l’autore riesce a sorridere anche sulla fine e, tra le pieghe
della struttura aperta della narrazione polifonica, sono ancora visibili gli
artigli, ritratti ma non spuntati, del vecchio leone indomabile. Altman si
affida al coro di voci dei meravigliosi interpreti per tessere le fila del
racconto e rappresentare le emozioni. Come in una forma di narrazione antica e
teatrale, le voci prendono il sopravvento sulle immagini e danno forma concreta
a quelle idee di pluralità e di comunità che sono sempre state alla base della
poetica altmaniana. Per questo è giusto parlare di film manifesto e di
testamento spirituale, oltre che di epilogo artistico. Il congedo (dello show
dal suo pubblico e del regista dalla vita) è intenso ma non straziante, teso ma
non patetico, lucido ma non cinico, rasserenato dalla consapevolezza di aver
raggiunto l’autentica grandezza e di aver tracciato un percorso ammirevole per indipendenza,
coerenza e integrità. Ed è per questo che, nonostante tutto, lo spettacolo deve
andare avanti, sempre e comunque. Nel grande cast corale che annovera Woody
Harrelson, Tommy Lee Jones, Meryl Streep, Kevin Kline, Lindsay Lohan, Virginia
Madsen, John C. Reilly e Maya Rudolph, il battitore indiscusso è lui, Robert
Altman, uno dei più grandi Maestri del cinema americano, che purtroppo ci
lascerà pochi mesi dopo la fine delle riprese. Ma non prima di averci regalato
un ultimo, grande capolavoro. Grazie Maestro!
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