Dall’omonima
commedia di William Shakespeare: nella Padova del XVI secolo la bella Caterina
ha un carattere terribile che fa scappare ogni possibile spasimante e il padre,
ricco mercante, è disperato perché non riesce a trovarle un marito. Alla fine
sarà il seduttore Petruccio, incoraggiato dalla cospicua dote, a farla
capitolare, ma il loro rapporto sarà passionale e tempestoso. Il secondo film
di Franco Zeffirelli è anche uno dei suoi migliori: sapiente adattamento del
celebre classico shakespeariano, di cui conserva l’energia frenetica e
l’esuberanza dei dialoghi, accostandovi una sontuosa eleganza formale, una
puntigliosa ricostruzione d’epoca e due protagonisti di assoluto carisma e di
notevole presenza scenica, la celebre coppia di divi Elizabeth Taylor e Richard
Burton (legati da una famosa relazione tumultuosa anche nella vita reale), che,
secondo i maliziosi dell’epoca, più che recitare portarono in scena sé stessi.
Inizialmente il regista toscano aveva scelto Sophia Loren e Marcello
Mastroianni come Caterina e Petruccio, ma poi fu decisiva la partecipazione
delle due star hollywoodiane alla coproduzione del film, a cui la loro presenza
garantì un enorme risalto internazionale. Le celebri scaramucce amorose tra
Caterina e Petruccio sono portate sullo schermo dalla Taylor e Burton con tale
credibile passione da far pensare ad un fondo di verità, al di là dell’indubbio
talento dei due grandi interpreti, che fanno a gara tra chi sia più bravo. Il
loro scontro amoroso trascina briosamente quest’agile commedia brillante, ricca
di esilaranti momenti comici ma un po’ debole nel finale zuccheroso che indulge
nel sentimentalismo. Il gallese Burton, appassionato lettore di Shakespeare,
dotato di indubbie doti teatrali e da molti indicato come erede naturale di Laurence
Olivier, si dimostra perfettamente a suo agio nell’interpretare un testo del
bardo, facendo anche sfoggio di una splendida dizione british di cui si potrà godere guardando il film in lingua
originale. Ma la vera piacevole sorpresa è la Taylor, al suo esordio shakespeariano, che, oltre
al potente fascino e alla magnetica bellezza per cui era già nota, dimostra di
possedere una pungente ironia che conferisce al suo personaggio un’adorabile
integrità.
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